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AZIONE E REAZIONE, principio di

di Enrico Persico - Enciclopedia Italiana (1930)
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AZIONE E REAZIONE, principio di (detto anche "principio di reazione")

Enrico Persico

È uno dei più importanti principî della meccanica, enunciato per la prima volta dal Newton che asserì appunto actioni contrariam semper et aequalem esse reactionem, sive corporum duorum actiones in se mutuo semper esse aequales et in partes contrarias dirigi (nei Philosophiae naturalis principia mathematica). Con ciò si vuole intendere precisamente il fatto seguente. Se un punto materiale P è soggetto ad una forza &vet;F dovuta ad un altro punto materiale Q (il che significa che si suppone che, se si sopprimesse Q lasciando tutte le altre circostanze inalterate, verrebbe a mancare la forza &vet;F), allora il punto Q è soggetto ad una forza -&vet;F (cioe ad una forza uguale in grandezza a &vet;F, ma diretta in senso contrario) dovuta al punto P.

Tale principio si è ricavato per induzione dall'osservazione di numerosi casi particolari, alcuni dei quali fanno parte dell'esperienza comune. Per esempio, se un uomo afferra con la mano una maniglia e la tira a sé, alla forza che egli esercita sulla maniglia fa riscontro una forza (eguale in grandezza e opposta in direzione) che tende ad avvicinare il suo corpo alla maniglia stessa. Un corpo pesante, poggiato su un tavolo, esercita su questo una forza verso il basso uguale al suo peso: a questa corrisponde una forza esercitata dal tavolo sul corpo, diretta verso l'alto e capace di equilibrare il peso del corpo, ecc.

Considerato in tal guisa dal punto di vista statico, il principio d'azione e reazione esprime, in un certo senso, la simmetria delle forze opposte che si fanno equilibrio; e in questo senso può ricondursi a quelle applicazioni del principio di ragion sufficiente, che Leibniz ravvisa già nei postulati introdotti da Archimede per lo studio della bilancia.

Ma Newton adopera specialmente il principio d'azione e reazione come postulato dinamico. Si consideri il moto d'una coppia di punti materiali, A e B, astrattamente isolata da altri corpi (come se questi fossero lontanissimi o piccolissimi): qualora il moto d'uno dei due punti, A non sia un semplice moto rettilineo uniforme, ma abbia una certa accelerazione in un certo senso, questa dev'essere diretta secondo la congiungente AB, e si troverà un'altra accelerazione contraria agente su B, di valore inversamente proporzionale alla massa. Insomma, il moto procede come se in ogni istante la velocità inerziale dei due punti fosse modificata da due forze uguali ed opposte che, quando i due punti fossero invariabilmente connessi e in istato di quiete, si farebbero equilibrio.

L'intuizione che sta alla base di tale principio è ancora, in qualche modo, un'intuizione di simmetria, che appare giustificata a priori come ragion sufficiente se la reciproca azione dei punti materiali viene pensata come azione istantanea a distanza. Se invece si ammette che le azioni si propaghino con velocità finita, attraverso un mezzo, il principio d'azione e reazione nella sua forma dinamica cessa di valere, tranne che, oltre alla reazione dei corpi ordinarî, non si consideri anche una reazione del mezzo ambiente (etere). Questa critica, svolta dal Poincaré, prelude allo sviluppo delle dinamiche non-newtoniane.

Una delle conseguenze più notevoli del principio di azione e reazione è questa: le forze interne di un sistema (cioè quelle che esercitano fra loro le varie parti del sistema) hanno risultante nulla, e quindi non influiscono sul moto del baricentro del sistema. È noto, p. es., che una persona che sta ferma su un veicolo, se esercita su di esso una qualsiasi pressione o trazione, non riesce mai a metterlo in moto o a modificarne il movimento.

Spesso si enuncia il principio di reazione in modo abbreviato ma incompleto, dicendo che "ad ogni azione corrisponde una reazione eguale e contraria" e talora si attribuisce ad esso un significato più vasto e meno preciso di quello puramente meccanico.

Vedi anche
forza viva In fisica, lo stesso che energia cinetica (➔ energia). Teorema delle forze v. Deduzione dai principi della dinamica secondo la quale in un sistema meccanico la variazione di energia cinetica è uguale al lavoro meccanico effettuato da, o sul, sistema stesso. inerzia Fisica Tendenza di un corpo a non modificare il proprio stato di quiete o di moto. Il principio d’inerzia, «ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto uniforme e rettilineo a meno che non sia costretto a mutare quello stato da forze impresse», è il primo assioma, o prima legge del movimento, ... forza di Coriolis Forza apparente che prende nome dall'ingegnere francese G.-G. de Coriolis (1792-1843). Viene introdotta nei sistemi di riferimento rotanti, e quindi non inerziali, per poter applicare anche in essi le leggi della dinamica. Grazie alla f. di C. si spiegano, nel caso dei gravi in caduta sulla superficie ... Ernst Mach Fisico, storico della scienza e filosofo (Tuřany, Moravia, 1838 - Haar, presso Monaco di Baviera, 1916). Come scienziato diede importanti contributi all'acustica, all'elettrologia, all'idrodinamica, alla meccanica e alla psicologia della percezione. Come filosofo, fu autorevole esponente dell'empiriocriticismo, ...
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  • PRINCIPIO DI AZIONE E REAZIONE
  • PRINCIPIO D'AZIONE
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Vocabolario
tèmpo
tempo tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo...
reazióne
reazione reazióne s. f. [der. di reagire, secondo il modello del rapporto agire-azione]. – Azione che si oppone ad altra azione. Da questo sign. centrale e generale si articolano i varî sign. che la parola assume nell’uso comune e come...
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