azienda
Istituto economico che sviluppa nell’ambiente con cui interagisce processi di produzione e/o di consumo a favore dei soggetti economici che vi cooperano.
L’art. 2555 c.c. definisce l’a. come il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa e pone in risalto come l’a. sia da considerare, dal punto di vista giuridico, lo strumento attraverso il quale l’imprenditore svolge l’attività di impresa, nonché la proiezione patrimoniale di quest’ultima. Possono far parte dell’a. beni materiali (locali, macchinari, materie prime ecc.) e immateriali (know-how, marchi, avviamento ecc.), purché accomunati dalla medesima destinazione economica. Il fatto di essere coordinati al fine unico di consentire l’esercizio dell’impresa, fa sì che questi beni siano considerati dalla legge, sotto certi aspetti, unitariamente, in modo da formare insieme oggetto di rapporti giuridici, quali la cessione, l’usufrutto o l’affitto di un’a. o di un ramo particolare di questa. Irrilevante è invece il titolo giuridico che legittima l’imprenditore a utilizzare un dato bene nel processo produttivo, potendo questi disporne sia a titolo di proprietà sia di godimento reale o personale. Portato della concezione unitaria dell’a. sono le conseguenze derivanti dagli atti di disposizione, per cui l’acquirente, l’usufruttuario o l’affittuario di un’a. subentra in via di principio nei contratti privi di carattere personale, stipulati per l’esercizio dall’imprenditore cedente.
Classicamente, le a. si possono dividere in a. di produzione e a. di erogazione. Quelle di produzione svolgono un’attività rivolta alla produzione diretta o indiretta di beni o di servizi. Tale tipo di a. è proposto in dottrina come dimensione economica dell’istituzione ‘impresa’. Tenuto conto della natura dell’attività economica svolta, essa viene classificata come impresa di produzione diretta, se svolge un’attività di trasformazione materiale di ricchezza per ottenere beni economici atti allo scambio (a. industriali in senso lato e, tra esse, quelle agricole); impresa di produzione indiretta, se opera nell’ambito della circolazione della ricchezza (a. commerciali e bancarie); impresa di servizi, se opera per la produzione di servizi a scopo di lucro (a. di trasporti, di assicurazioni, di forniture ecc.). In generale, si considerano come forze che concorrono alla dinamica dell’a. di produzione: il capitale (beni), le forze di lavoro, le energie imprenditoriali, ma anche i fattori esterni che facilitano oppure ostacolano l’attività aziendale (condizioni del mercato, livello del progresso tecnico, stabilità o instabilità monetaria, regime politico e giuridico ecc.). Si possono distinguere, in altre prospettive di studio, le a. nazionali o multinazionali; queste ultime sono attive in Paesi diversi tramite proprie unità produttive (filiali) o mediante imprese affiliate, cioè con veste giuridica distinta dall’impresa madre ma da questa controllate. Le a. di erogazione svolgono un’attività di consumo o erogano i mezzi raccolti per soddisfare bisogni di svariata natura sotto il vincolo di economicità. Tali a. rappresentano la dimensione economica di molteplici istituti quali le famiglie, le associazioni private, i convitti, le comunità religiose, lo Stato e i suoi enti, gli enti locali e così via. In base al tipo di soggetto che le gestisce, le a. possono essere classificate come private (individui o società), pubbliche (Stato e pubblica amministrazione) e miste (privati ed enti pubblici insieme, come le a. a partecipazione statale).
Lo studio dell’attività di un’a. si svolge, di norma, considerando 3 aspetti fondamentali: l’organizzazione (organizzazione dei fattori interni all’a. e dei rapporti tra l’a. e l’ambiente, struttura legale dell’a., dimensione aziendale); la gestione (operazioni interne ed esterne che danno luogo alla formazione del reddito e alle variazioni del capitale); la rilevazione (contabilità, inventari, preventivi, registrazioni di gestione, bilancio di esercizio, analisi dei costi e dei ricavi dei processi produttivi).
A fronte della crescente numerosità e differenziazione degli enti che svolgono un’attività a valenza economica, una nuova specificazione di a. è quella di ‘sistema’, ovvero di insieme di elementi in interazione dinamica organizzati verso una finalità. Il riferimento scientifico è nella teoria dei sistemi, che nasce, tra la metà degli anni 1950 e la fine degli anni 1960, per opera del biologo austro-americano L. von Bertalanffy, il quale nello studio degli organismi viventi si fece promotore di un approccio organicista – centrato sulle interazioni fra gli elementi costitutivi di un organismo, ciascuno secondo le proprie funzioni – in alternativa e critica al metodo meccanicista allora prevalente. In quest’ottica l’a. viene trattata secondo i caratteri dell’interdisciplinarità, dell’analisi delle relazioni fra sistema e ambiente (aperto, chiuso), dello studio delle modalità di autoregolazione (feedback e feedforward), della individuazione delle relazioni forti fra i propri componenti.