avvenente (avvenante)
In Vn VIII 6 11 Audite quanto Amor le fece orranza, / ch'io 'l vidi lamentare in forma vera / sovra la morta imagine avvenente, D. narra ai fedeli d'Amore l'onore fatto da Amore a un'amica di Beatrice dopo la sua morte: la morta imagine o corpo esanime, specchio e figura dell'anima, è detta a., che perciò vale " leggiadra ", " graziosa ". Anche in Rime dubbie XXIV 6 In due voler travagliami il coraggio / ... l'un vol ch'io ami donna di paraggio, / cortese, saggia, bella e avvenente, a. si riferisce all'aspetto esteriore della donna e pertanto ha lo stesso significato del passo della Vita Nuova. L'aggettivo, di probabile origine provenzale, ricorre spesso sulla penna dei rimatori siciliani, ma si trova anche in testi fiorentini del Duecento: v. per es. Libro della distruzione di Troia (Schiaffini, Testi 159 e 161); Chiaro Così divene 5, La spene 10, Come il castoro 11, ecc. (cfr. glossario nell'ediz. delle Rime, a c. di A. Menichetti).
Gallicismo ancor più evidente è ‛ avvenante ', che compare in Fiore XVIII 5, entro una serie di attributi cortesi di Amante: egli è giovane, bello e avvenante, / cortese, franco e pro' di buona fama.
Etimologicamente (da avenir, latino advenire) sviluppa un ideale di convenienza, di bellezza come grazia, leggiadria. Meno comune di ‛ avvenente ', ricorre tuttavia con una certa frequenza nella poesia siciliana. e siculo-toscana (Cavalcanti Se vedi Amore 5; molto spesso in Chiaro; anche in prosa: v. Libro della distruzione di Troia " Paris... fue... il più bello e avenante a donne " [Schiaffini, Testi 159]). Nel Fiore l'arcaismo è consumato come tecnicismo, in una dimensione esemplare e riepilogativa senza frange liriche o evocative. Il cliché dittologico bel e avenant ricorre anche nel Roman de la Rose (2790, 4226, ecc.).
Nella locuzione avverbiale ‛ a l'a. ', " in proporzione ", " in modo conveniente ", corrispondente al francese a l'avenant, ricorre in Fiore CLXXIV 13. L'espressione doveva essere probabilmente radicata nella terminologia economica fiorentina (cfr. G. Villani XI 72, XII 73; anche in Chiaro Non già per gioia 14, dove però l'espressione è congettura del Menichetti in luogo di ‛ avante '), e una coloritura tecnica essa mantiene nel Fiore, dove è utilizzata in una spregiudicata ‛ sententia ' (e quel che ti sarà assai costato / a l'avvenante caro il ti terrai, / con tutto n'aggie tu ben mal mercato), a fissare l'etica mercantile e utilitaria della Vecchia.