Famiglia piemontese-lombarda, che derivò il nome dall'ufficio esercitato nella chiesa di Vercelli: nota fin dall'11º sec., dominò a lungo la vita politica di quel comune dividendosi poi in molti rami, stabilitisi in varie località: A. di Cerrione, A. di Ceretto e Quaregna (nei due rami comitale e signorile), A. di Collobiano, A. Arborio Bianino, A. della Motta, A. di Vigliano, A. di Valdengo, A. di Quinto, A. di Casanova, A. Lascaris, ecc. Tra i più noti di questa casata si ricordano: il fisico Amedeo, appartenente al ramo degli A. di Quaregna, e Emiliano (Vercelli 1798 - Torino 1865), appartenente al ramo degli A. della Motta, deputato al Parlamento subalpino (1853-59) e autore di un Saggio intorno al socialismo (1851), dottrina caratterizzata come eresia fondamentale dei tempi moderni; al saggio seguiva un attacco al sistema rosminiano, accusato di panteismo. Di un ceppo diverso è un'altra famiglia A., aggregata al patriziato veneto nel 1438, dopo essersi resa benemerita a Brescia per fedeltà verso la Serenissima: se ne ricorda Alvise, che fu ucciso coi figli a Brescia per essersi ribellato ai Francesi nel 1512.