avieo
. Il verbo raro (non se ne trovano esempi nel Mittellateinisches Wörterbuch) è usato una sola volta da D., in VE II I 1 Sed quia ipsum [vulgare illustre] prosaycantes ab avientibus magis accipiunt, et quia quod avietum est prosaycantibus permanere videtur exemplar... (ab avientibus è probabilissimo emendamento dalle lezioni ab vientibus del cod. Berlinese e ab inventibus del Grenoblese e del Trivulziano. Il significato, " poetare " e più propriamente " legar parole " (v. anche l'uso di ligare e sinonimi in altri luoghi del De vulg. Eloq., con questo valore), e la fonte, Uguccione da Pisa, sono dichiarati dallo stesso D. in Cv IV VI 3-5, dove è sottolineata la struttura del verbo, fatto... di sole cinque vocali... a figurare imagine di legame. Ché, cominciando da l'A, ne l'U quindi si rivolve, e viene diritto per I ne l'E, quindi si rivolve e torna ne l'O; sì che veramente imagina questa figura: A,E,I, 0, U, la quale è figura di legame; e dove è così spiegato il valore di ‛ autoritade ': È dunque da sapere che ‛ autoritade ' non è altro che atto d'autore'. Questo vocabulo, cioè ‛ autore ', sanza quella terza lettera C, può discendere da due principii: l'uno si è d'uno verbo molto lasciato da l'uso in gramatica, che significa tanto quanto ‛ legare parole ', cioè ‛ auieo '... E in quanto ‛ autore ' viene e discende da questo verbo, si prende solo per li poeti, che con l'arte musaica le loro parole hanno legate... L'altro principio, onde ‛ autore ' discende, sì come testimonia Uguccione nel principio de le sue Derivazioni, è uno vocabulo greco che dice ‛ autentin ', che tanto vale in latino quanto ‛ degno di fede e d'obedienza '. E così ‛ autore ', quinci derivato, si prende per ogni persona degna d'essere creduta e obedita. E da questo viene questo vocabulo del quale al presente si tratta, cioè ‛ autoritade '; per che si può vedere che ‛ autoritade ' vale tanto quanto atto degno di fede e d'obedienza'. Uguccione a sua volta dipende dalla tradizione lessicografica precedente (cfr. Isidoro da Siviglia Etymol. VIII VII 3, che rimanda alla connessione di vates con viere [" flectere "] carmina, istituita da Varrone Lingua lat. VII 36), mentre analoga distinzione tra auctor da augere e autor da autentin si trova ad es. nel Graecismus di Eberardo di Béthune (ed. Wrobel, IX 107-108) ed è ancora tenuta presente dal Petrarca e dal Boccaccio. In base al passo del Convivio, e alla relativa fonte uguccioniana, saranno quindi da distinguere nel testo delle opere latine di D. i casi di autor " poeta " e autoritas " sentenza (o simili) degna d'imitazione ", da quelli di auctor, auctoritas con significati che per D. li connettevano ad augeo (v. Concordanza di Rand-Wilkins-White), e restituire i primi alla probabilissima grafia dantesca, livellata per lo più all'altra dai copisti: sempre col primo valore, ad es., compaiono autor e autoritas nel De vulgari Eloquentia.