AVICOLTURA (dal lat. avis "uccello" e cultura "coltivazione, allevamento"; fr. aviculture; sp. avicultura; ted. Vögelzüchtung; ingl. aviculture)
Arte di tenere ed allevare gli uccelli in istato di schiavitù, a scopo tanto di diletto quanto di guadagno. Il luogo nel quale sono racchiusi uccelli che non appartengono a razze domestiche si dice aviario o uccelliera. Fino dai tempi di Varrone si distinguevano due specie di aviarî (ornithones), uno che si teneva per diletto e l'altro per guadagno. Varrone scrive che Lucullo aveva costruito un'uccelliera, forse con rete eguale a quella che serve per catturare uccelli, così grande da potervi fabbricare dentro un tinello dal quale, durante il pranzo, si potevano scorgere i tordi volare fuori delle finestre. I Romani, secondo quanto riferiscono anche Columella e Palladio, conservavano lungamente in speciali stanze tortore e tordi, che ingrassavano e consumavano poi nei loro festini. L'aviario moderno è costruito in varia maniera secondo che deve contenere uccelli tropicali o di paesi temperati e freddi ed anche secondo le specie di uccelli che l'amatore predilige. Le voliere più solide sono costruite in ferro e rete metallica e possono essere a pieno vento, oppure coperte o appoggiate a un muro o a un fabbricato. Secondo la grandezza possono contenere arbusti o anche racchiudere interi boschetti, ruscelli e vasche ad acqua corrente. Voliere di questo tipo possono essere costruite a una latitudine in cui il freddo e l'umidità non siano molto prolungati: a Roma grossi uccelli tropicali, come colombe e galline di Faraone, possono resistere senza danno durante l'inverno, mentre le stesse specie periscono ai primi freddi nell'Italia settentrionale.
La grande maggioranza degli uccelli, eccettuati i palmipedi e i trampolieri, soffre gli effetti della prolungata umidità ed è per questo che sono preferiti gli aviarî che possiedono, annessa all'uccelliera scoperta, una serra o una semplice stanza, con o senza riscaldamento secondo i casi, nella quale si ritirano spontaneamente o si rinchiudono a forza gli uccelli durante la notte e nei giorni di pioggia e di freddo. Quando l'aviario deve rispondere a un semplice scopo di diletto estetico, grandi masse di uccelli di specie differenti ma di abitudini analoghe e non incompatibili, possono esservi rinchiuse; se al contrario si desidera ottenere la riproduzione, è necessario dividere l'uccelliera in molti compartimenti, in ciascuno dei quali vanno rinchiuse poche coppie o anche una sola. È più facile ottenere risultati soddisfacenti da una sola coppia in piccolo spazio che non da molte in uno spazio maggiore. Tutti gli uccelli presi nel nido o catturati giovani e, per certe specie, esemplari adulti, acquistano grande familiarità con l'uomo e si abituano a vivere in un ambiente diverso da quello naturale. Su tale fatto è fondata la forma più semplice e primitiva di quest'arte, diffusa presso i popoli naturali che amano tenere, nelle loro capanne e nei loro villaggi, uccelli varî, talora completamente liberi, più spesso ridotti nella impossibilità di volar via mediante il taglio di alcune penne delle ali o mediante chiusura in gabbie.
Da questo stato si passa, per gradi, a un'arte più raffinata, che consiste nel creare agli uccelli catturati un ambiente simile a quello in cui sono soliti vivere allo stato libero e tale da indurli possibilmente alla riproduzione. Parte importantissima di questo processo è la ricerca dell'alimentazione adatta a sostituire, in molti casi. quella naturale. Gli uccelli più facili a nutrire sono i granivori, come molti gallinacei e palmipedi, che si abituano al grano e al mais e molti passeracei che si cibano di miglio, panico e scagliola. Poca difficoltà presentano pure i rapaci, come le aquile, i falchi, gli avvoltoi e i gufi, ai quali è possibile somministrare il loro naturale alimento, consistente in pezzi di carne e ossa fresche. Tuttavia il costo della carne e più di tutto la necessità della spesa giornaliera, rendono poco gradito e poco diffuso l'allevamento dei rapaci o la semplice loro conservazione. che ha solo scopo dimostrativo o sperimentale, specie nei giardini zoologici, o di caccia (v. falconeria).
Per gli uccelli insettivori sono state composte farine carnee miste con crisalidi macinate di baco da seta, con pupe, volgarmente dette uova di formica, con insetti secchi, detti mouches du Mexique, i quali si raccolgono in grandi quantità sopra le acque stagnanti dell'America Centrale. Inoltre molti si dedicano all'allevamento specializzato dei vermi della farina, le larve del Tenebrio molitor, che costituiscono per gl'insettivori una preda viva e fresca. All'alimento carneo secco va spesso aggiunto qualche pezzettino di carne fresca. Con carne si nutrono anche abbastanza bene gli uccelli ittiofagi. Più difficile è abituare gli uccelli frugivori, il cui alimento più pratico è la banana; quando manchi questo frutto, si ricorre a pere molto mature, a frutta di stagione, scarti di frutta secca rammollita nell'acqua, riso e patate cotte, ecc. Il pane inzuppato nel latte conviene a ogni sorta di uccelli, anche granivori ed insettivori.
Vi sono uccelli che non è possibile conservare a lungo in gabbia o in voliera, salvo casi veramente eccezionali. Tali sono, p. es., tutti i Tetraonidi fra i Gallinacei, le rondini e gli uccelli mosca tra i Passeracei, i picchi, le meropi e molti altri. Il magnifico Quetzal o Trogone splendido (Pharomacrus mocinno De la Llave), emblema del Guatemala, è considerato come il simbolo della libertà, perche muore costantemente due o tre giorni dopo la cattura. Le Paradisee sono pure d'allevamento difficilissimo, tuttavia alcune specie possono essere tenute vive in schiavitù per qualche anno.
L'uccello il cui allevamento in gabbia ha raggiunto, da un paio di secoli, larghissima diffusione, è il canarino, diventato addirittura animale domestico (v. canarino). Da un cinquantennio è anche molto diffuso l'allevamento d'un piccolissimo pappagallo australiano, il Melopsittacus undulatus Shaw (v. ondulato). Entrambi questi uccelli possono essere tenuti da chi disponga di poco spazio: una o più gabbie per i canarini e uno stanzino per gli ondulati sono sufficienti. Varie specie di fagiani sono allevate a scopo di diletto come a scopo di caccia. Negli stagni dei giardini si allevano senza gravi difficoltà parecchie specie di palmipedi dell'ordine degli Anseriformi. Tra i piccoli uccelli, i fringillidi, i pappagalli e le tortore sono quelli che contano maggior numero di amatori.
In Inghilterra esiste una società, l'Avicultural Society, che si occupa esclusivamente dell'allevamento di uccelli varî, con esclusione assoluta di quelli domestici. Essa pubblica, con identico programma, un periodico mensile illustrato, l'Avicultural Magazine.
L'avicoltura industriale ha per iscopo l'allevamento degli uccelli domestici. Ogni specie offre caratteristiche sue particolari, che ne rendono poco agevole una trattazione generale; rimandiamo pertanto alle voci seguenti: anatra; colombi; colombicoltura; gallina; oca; pavone; polli e pollicoltura; tacchino (v. anche le voci caccia; fagiano; struzzo).