AVIANO
(Avianus) - È un poeta latino, autore di quarantadue fabulae aesopicae stese in metro elegiaco, ossia in distici (esametro e pentametro). Questo lavoro, di mediocre valore artistico, è pervenuto a noi in una sessantina di manoscritti, sparsi in varie biblioteche, francesi, tedesche, inglesi, olandesi, italiane, dei quali i più antichi risalgono al nono secolo; e venne edito varie volte, a cominciare dal 1494. Il nome Aviano non è stato accolto senza contestazioni, poiché è indicato in varî manoscritti come Avieno, onde fu confuso con Rufio Festo Avieno (v.) di Bolsena, il traduttore dei Fenomeni di Arato, e autore di una Descriptio orbis terrae; ma sono personalità assolutamente diverse, a giudicare dalle loro composizioni.
Il tempo in cui visse Aviano può esser determinato da quanto egli scrive nella prefazione alle favole, dedicate a un Teodosio, del quale si loda la perizia nell'eloquenza e nella poesia. Con tutta probabilità si tratta di Macrobio Teodosio, l'autore dei Saturnalia. E se ciò è, si può pensare allo scorcio del sec. IVI o all'inizio del V come l'età in cui le quarantadue favole in distici furono scritte: e in verità sia la latinità sia il metro di queste favole, attestano le alterazioni e i difetti abituali a tardi scrittori, già lontani dall'uso classico.
Quanto al valore artistico di questa raccolta di apologhi, nella citata prefazione l'A. stesso dice di aver rudi latinitate messo insieme la scelta delle favole che Babrio aveva, in versi giambi, divise in due volumi. Confrontando difatti A. con Babrio è facile riscontrare quanto il poeta latino sia più retorico e di gusto men fine. Imita, sì, spesso Virgilio, com'era uso nel IV secolo, ma è imitazione formale, né A. seppe trarne motivo di più alta poesia.
Pure, nonostante il valore mediocre, non è a dire quanto siano state lette e imitate le favole d'A.; ridotte in prosa, stese in versi leonini, studiate per ricavarne le moralizzazioni, e queste esposte o in versi leonini o in trocaici ritmici, o in altri versi popolari. Chi voglia averne esempî, ricorra al volume dell'Hervieux (v. sotto).
Ecco un esempio in versi leonini (dal codice di Vienna) di moralizzazione medievale alla favola del lupo che credette alle minacce di una nutrice, rivolte al bimbo piangente con dire che l'avrebbe dato in pasto al lupo:
Rustica dum iurat flenti, lupus est prope, durat,
Credens quod sit ibi praeda parata sibi.
Vil datur, ecce doli speciem. Rogo, figere noli
In muliere fidem, ne patiaris idem.
Le favole di Aviano ci sono giunte, come si è detto, attraverso una lunga serie di manoscritti. Del sec. IX è il cod. Vossiano Lat. Q. 86 di Leida in Olanda, il Sangermanese 1188 in Francia, e il Parigino (Biblioteca Naz.) 8093. Altri pochi sono del sec. X o XI, altri del XIII, e molti di secoli posteriori. L'editio princeps è intitolata: Apologus Aviani civis Romani adolescentulis ad mores et latinos sermones capessendos utilissimus, senza nome dello stampatore. Varie edizioni nei secoli seguenti; nel XIX a cura di C. Lachmann (Berlino 1845), di W. Fröhrer (Lipsia 1862), di E. Bährens (in Poetae lat. min., V, Lipsia 1883); eccellente l'edizione di Robinson Ellis, Oxford 1887. L'ultima edizione è quella di L. Hervieux, Les Fabulistes latins, depuis le siècle d'Auguste jusqu'à la fin du moyen âge, III, Parigi 1894, p. 263 segg.
Bibl.: O. Crusius, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., II, col. 2372; W. Teuffel, Geschichte der röm. Litteratur, III, 6ª ed., § 450; M. Schanz, Gesch. d. röm. Litter., IV, ii, Monaco 1920, p. 32 segg.
Avianus Novus. - Con questo nome si designano alcune collezioni di favole latine derivate dalla collezione di Aviano. Secondo L. Hervieux, il quale ne pubblicò il testo, sono conservate ben quattro redazioni medievali differenti. La più importante è quella scritta da un poeta astigiano, il quale dava alle 42 favole d'Aviano un ordine diverso e una forma in versi leonini con rime ricche. Nulla sappiamo di questo poeta d'Asti, salvo che accenna più volte alla patria piemontese, e che scrisse verso il principio del sec. XII. Questa collezione esiste in due codici di Bruxelles e in uno di Monaco. Verso il 1300, Alexander Neckam, conosciuto per il suo Novus Aesopus e altri scritti, compose anche un Novus Avianus di 8 favole (codici di Parigi e di Cambridge). Del medesimo tempo è un'imitazione, pure in versi leonini, di 41 tra le 42 favole d'Aviano (codici di Vienna e di Monaco). Il Novus Avianus Parisiensis è un frammento di soli 87 versi.
Bibl.: É. du Méril, Poésies inédites du moyen âge, Paris 1854; E. Grosse, Novus Avianus, Königsberg 1868 (prima edizione completa del testo astigiano); L. Hervieux, Les Fabulistes latins, III (Avianus et ses anciens dérivés), Parigi 1894; P. Rajna, Estratti di una raccolta di favole, in Giornale di Filologia Romanza, I (1878), pp. 13-42.