AVEZZANO (forse dal lat. Ad Vettianum, stazione sulla via Claudia-Valeria in prossimità di un fondo della gens Vettia, piuttosto che da Abetianum, essendo la località fuori della zona dell'abete; A. T., 24-25-26)
Città della provincia d'Aquila, situata a 698 m. sul livello del mare all'angolo NO. della conca già occupata dal lago Fucino. Avezzano deve la sua vita al lago Fucino, essendo molto probabile che la città cominciasse a sorgere al tempo dei lavori dell'emissario di Claudio. Scarsa la sua importanza nel Medioevo. Fu feudo degli Orsini, che nel 1490 vi fecero costruire un magnifico castello. In seguito passò ai Colonna, e il vincitore di Lepanto, Marcantonio, abbellì il castello facendovi erigere nel 1573 una magnifica porta monumentale, a ricordo della vittoria. Nei secoli seguenti ebbe modesta importanza (circa 1100 ab. nel 1669, 2543 nel 1795) e aveva fisionomia di piccolo villaggio agricolo (produzione di grano, legumi, e soprattutto di vini assai pregiati e di mandorle); gli abitanti si occupavano peraltro anche della pesca nel Fucino. Lo sviluppo moderno, per il quale Avezzano ha assunto fisionomia di città, è collegato al prosciugamento e alla bonifica del Fucino (v.), all'apertura delle vie di comunicazione con l'Abruzzo e con il Lazio (carrozzabile per Sulmona 1873, per Tivoli 1881) e alla costruzione della ferrovia Roma-Sulmona (1888); dal 1902 una ferrovia secondaria la collega anche a Sora e al Napoletano. Nel 1871 Avezzano aveva 5500 abitanti; nel 1881, 7380; nel 1901, 9442; nel 1911, 11.208; era il terzo centro della provincia di Aquila (dopo Aquila e Sulmona) avendo da tempo superato le vicine Celano e Pescina. Il terremoto del 13 gennaio 1915, che ebbe in Avezzano il suo epicentro, si può dire che la rase al suolo; non una sola casa rimase in piedi; del magnifico e solidissimo castello Orsini non è restato che un moncone, anche le chiese andarono distrutte. La nuova città è stata ricostruita in gran parte su area diversa (non essendo possibile ricostruire sulle macerie), in contatto con la stazione ferroviaria, dalla quale invece prima del terremoto il centro distava oltre 1 km. Dal piazzale della stazione si dipartono infatti oggi le due maggiori arterie, larghe e rettilinee; una di esse fa capo a una vasta piazza (il nuovo centro, dove sorgono alcuni edifici pubblici, il monumento ai caduti di Ermenegildo Lupi e dove sorgerà la cattedrale) e poi prosegue fino al municipio, che è a un dipresso al limite fra la città nuova e l'antica. A breve distanza è il palazzo Torlonia, sede dell'amministrazione del principato del Fucino, dov'è un piccolo museo che conserva gli oggetti ritrovati nei lavori di prosciugamento del lago. Il giardino già annesso al palazzo è oggi un passeggio pubblico. Anche sull'area della vecchia Avezzano - rimosse le macerie - si vengono proseguendo ora le ricostruzioni; la nuova città, avendo edifici molto bassi e strade ampie, si estende su una superficie assai maggiore dell'antica. Il censimento 1921 trovò 11.032 abitanti, dei quali 10.739 nel centro. Avezzano è sede di ginnasio; dopo il terremoto vi fu trasferita la sede del vescovato dei Marsi, che prima era a Pescina. Il territorio comunale non molto vasto (kmq. 61,7) si estende su una parte dell'area dell'antico lago, nella quale prevale la coltura del grano e della patata; discreta importanza conserva la viticoltura nella regione più elevata a N. del lago.
Arte. - Prima del 1915 la città presentava opere d'arte che stavano a provare come vi s'incontrassero nel Medioevo varie correnti artistiche. Tra le macerie della chiesa di S. Bartolomeo si trovarono tracce d'un monastero benedettino di S. Salvatore (866 circa; v. Leone Ostiense, Chr. Monas. Cassinensis, I, cap. 137). Della chiesina di S. Nicola, opera d'una potente scuola marsicana del sec. XIII la quale eseguì per incarico dei benedettini importanti opere nella regione, i portali, ricchi di una decorazione plastica esuberante, sono conservati in pezzi nel magazzino della r. soprintendenza dei monumenti. Il castello, costruito nel 1490 da Gentile Virginio Orsini e ampliato dai Colonnai aveva quattro torrioni circolari agli angoli della pianta quadrata, cortine merlate e un vasto cortile interno a cui si accedeva per un ponte levatoio, attraverso un portale del 1565, decorato con due orsi, che esiste tuttora tra i ruderi del castello.
Bibl.: L. Colantoni, Storia dei marsi dai tempi più antichi fino alla guerra marsica, italica o sociale, Lanciano 1889; R. Sclocchi, Storia dei Marsi dalle età più antiche al 1911, Aquila 1912; Jatosti, Storia di Avezzano, Avezzano s. a.
Per l'arte v.: A. Di Pietro, Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi, Avezzano 1869; Alovisi, Notizie del convento di S. Francesco di Avezzano, citato dall'Antinori, in Raccolta di memorie istoriche delle tre provincie degli Abruzzi, II, p. 303; L. Degli Abbati, Da Roma a Sulmona: guida storico-artistica, Roma 1888; I. C. Gavini, Storia dell'architettura in Abruzzo, I, Milano 1927.