AVEN
. Elemento iniziale di molti nomi di persona arabi ed ebrei in traduzioni medievali spagnuole e latine (fatte in Spagna) di libri e documenti arabi e giudaici; è la pronunzia ebreo-spagnuola della parola aben, che era la forma dialettale propria degli Arabi di Spagna per l'arabo ibn "figlio". Per ulteriore corruzione di copisti divenne talvolta, nelle traduzioni suddette, avin, avi. Quindi Avencina ed Avicenna per Ibn Sīnā; Avenrosd, Avenroes, Averroes per Ibn Rushd; Avenzoar per Ibn Zuhr; Avenpace, Avempace per Ibn Bāgiah ecc.; e, fra gli Ebrei, Avenezra, Avenares per Ibn ‛Ezrā; Avencebrol, Avicebron per Ibn Gabīrōl, ecc. I moderni arabisti spagnuoli, a partire dalla metà del sec. XIX, hanno voluto risuscitare la vecchia forma araba dialettale Aben, applicandola anche ai personaggi dell'Africa settentrionale e d'Asia, e dapprima scrivendola separata dal nome seguente, ma poi, in base alle norme fissate da Eduardo Saavedra nel 1897 (nella prefazione a M. de Pano y Ruata, Las coplas del peregrino de Puey Monçón viaje á la Meca), unendola al nome stesso; quindi: Abenházam, Abenṭaldún, Abenalcotía per Ibn Ḥazm, Ibn Khaldūn, Ibn al-Qüṭiyyah.