AVEIA
. Antica città dei Vestini, nella IV regione augustea (Samnium et Sabina), nell'alta valle dell'Aterno, a circa 12 km. a SE. di Aquila degli Abruzzi, e poco a NE. dell'odierna borgata di Fossa. Per Aveia passava la via Claudia Nova che l'imperatore Claudio costruì nel 47 d. C. per assicurare le comunicazioni della grande via Roma-Adriatico, per la conca del Fucino e la bassa valle dell'Aterno, con la via Caecilia, che distaccandosi dalla Salaria a mezzogiomo di Rieti toccava Foruli e di là sì dirigeva ad Atri (Hadria) e al mare.
Aveia contrasse, come sembra, relazioni di amicizia con i Sanniti, come le finitime città a popolazione vestino-sabina Peltuino ed Amiterno, negli anni che precedettero immediatamente la terza guerra sannitica; ma dopo la battaglia di Sentino (293 a. C.) il suo territorio fu verisimilmente incorporato a Roma insieme con quello delle altre due città. Certo fino ad età imperiale Aveia conservò, come Peltuino ed Amiterno, la condizione giuridica di praefectura, per la quale esercitarono nella città la magistratura suprema i praefecti iuri dicundo, delegati dal pretore urbano.
I cittadini di Aveia furono iscritti nella tribù Quirina.
Della odierna Fossa (comune di 1327 ab., il cui centro capoluogo dista 12 km. da Aquila), e precisamente della chiesa di S. Maria delle Grotte o ad Cryptas, è da ricordare il notevole ciclo di pitture a fresco con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, e figure di santi e di profeti.
Bibl.: V. M. Giovinazzi, Della città di Aveia nei Vestini ed altri luoghi di antica memoria, Roma 1773; E. De Ruggiero, Dizionario Epigrafico di antichità romane, I, Roma 1895, pp. 769-770; Hülsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 2280; Corp. Inscr. Lat., IX, p. 341; G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, passim.