avanti (avante)
Sono presenti in D. tutte e due le forme, con leggera prevalenza numerica della seconda (23 avante contro 18 avanti, includendo nel conteggio anche il Fiore e il Detto), e senza un'evidente ragione della preferenza, via via, per l'una o l'altra variante, che non appare condizionata né dalla natura dell'iniziale, vocalica o consonantica, della parola seguente, né dal trovarsi in rima o nell'interno del verso (sono in rima: 8 avanti, più 1 nel Fiore, contro 9 avante, più 2 nel Fiore e 2 nel Detto; nell'interno: 6 avanti, più 3 nel Fiore, contro 9 avante - uno però in rima interna - più 1 nel Fiore). Notevole il fatto che manchino del tutto esempi in prosa, dato che i due casi, unici, registrati nella Vita Nuova e nel Convivio, sono ambedue in verso; e significativo potrebbe anche essere il confronto con le frequenze di ‛ innanzi ', le cui 86 occorrenze complessive sono così distribuite: 49 nella Commedia, 3 nelle Rime, 3 nel Fiore, mentre dei 9 esempi della Vita Nuova 6 sono in prosa, e dei 22 del Convivio sono in prosa ben 21. Sul piano semantico, le differenze più accentuabili tra a. e ‛ innanzi ' consistono nella quasi assoluta assenza di usi prepositivi per a., rilevandosi un unico caso di preposizione di luogo, laddove ‛ innanzi ' ricorre 4 volte come preposizione di tempo e ben 20 come preposizione di luogo; a sua volta, mancano per ‛ innanzi ', attestazioni dell'uso di avverbio di tempo col significato di " prima "; in funzione di congiunzione temporale, la frequenza di ‛ a. che ' è maggiore che quella di ‛ innanzi che ' (rispettivamente 11 e 4 esempi).
1. Come avverbio di luogo (è questa la funzione con cui la parola ricorre più spesso), indica non tanto la posizione davanti o di fronte a sé quanto la direzione e il movimento; così in If XIII 31 porsi la mano un poco avante / e colsi un ramicel da un gran pruno; e negli esempi che documentano le locuzioni verbali ‛ trarsi a. ' (If XXI 74 traggasi avance l'un di voi che m'oda; 118 Tra'ti avante, Alichino, e Calcabrina; Pg II 76 Io vidi una di lor trarresi avante / per abbracciarmi; XXVIII 46 " vegnati in voglia di trarreti avanti ", / diss'io a lei, " verso questa rivera, / tanto ch'io possa intender che tu canti... "); ‛ farsi a. ', " avanzare di qualche passo " (If XXI 92 i diavoli si fecer tutti avanti, / sì ch'io temetti ch'ei tenesser patto; Pg XXXI 131 l'altre tre [le donne simboleggianti le virtù teologali] si fero avanti, / danzando al loro angelico caribo); e ‛ venire a. ', sia con il significato dei precedenti esempi, sia con quello di " avvicinarsi " (Fiore XX 9 Tosto a sé m'appella, / e disse: " Vien' avanti e bascia 'l fiore... "; LXXX 1 Astinenza-Costretta venne avanti, / e disse; CXXXI 11 Malabocca... rispuose / ch'ostel darebbe lor: " Venite avante ").
Più esplicito è il suggerimento del movimento innanzi, quindi dell'avanzare, del proseguire, in unione con il verbo ‛ andare ' (If XXI 109 E se l'andare avante pur vi piace, / andatevene su per questa grotta), con il verbo ‛ procedere ' (XXXI 112 Noi procedemmo più avante allotta, / e venimmo ad Anteo, dov'è da notare anche il rafforzamento col più), con ‛ farsi ', in un senso diverso dal ‛ farsi a. ' già veduto (XXXIV 16 Quando noi fummo fatti tanto avante, / ch'al mio maestro piacque di mostrarmi / la creatura ch'ebbe il bel sembiante), e con ‛ essere ' (XXXI 29 Pria che noi siam più avanti / ... sappi che non son torri, ma giganti; Pg XIII 49 E poi che fummo un poco più avanti, / udia gridar, esempi, questi due, nei quali ‛ essere più a. ' significa " essere proceduti oltre o di più "). Riferito allo sguardo, si accompagna ai verbi ‛ sbarrare ' e ‛ pingere ', ed esprime in ambedue i casi l'acuirsi della vista per scoprire o per meglio percepire ciò che sta o che avviene dinanzi al poeta (If VIII 66 ne l'orecchie mi percosse un duolo, / per ch'io avante l'occhio intento sbarro; XVIII 128 lo duca " Fa che pinghe ", / mi disse, " il viso un poco più avante, / sì che la faccia ben con l'occhio attinghe / di quella sozza e scapigliata fante "...); mentre indica ancora la direzione davanti a sé, ma in più esplicita contrapposizione al movimento all'indietro, in Pd III 22 quelle stimando specchiati sembianti, / per veder di cui fosser, li occhi torsi; / e nulla vidi, e ritorsili avanti / dritti nel lume de la dolce guida; preceduto da ‛ più ', sempre riferito alla vista e restando nell'ambito semantico generale, acquista valore di " più in là ": Pd XXVII 75 Lo viso mio seguiva i suoi sembianti, / e seguì fin che 'l mezzo, per lo molto, / li tolse il trapassar del più avanti. Si attenua fin quasi a non essere più avvertita la connotazione del movimento, per esprimere invece la posizione, il limite, in Pg XXI 52 secco vapor non surge più avante / ch'al sommo d'i tre gradi ch'io parlai, dove più avante equivale a " più oltre " o più esattamente a " più in su "; e decisamente figurato, in quanto l'equivalenza di " oltre " indica qui eccesso, è l'uso in Pg XI 64 ogn'uomo ebbi in despetto tanto avante, / ch'io ne mori'.
" Davanti " e " di fronte ", con significato statico e senza alcuna idea di movimento, è il valore con cui ricorre nell'unico esempio di preposizione, in Detto 19, dove la caratterizzante sequenza delle rime equivoche o quasi-equivoche oppone al primo ‛ stare a. ' un ‛ mettere a. ', qui non più preposizione ma avverbio, che andrà interpretato come " far avanzare nella realizzazione del desiderio ": Ed egli [Amore] è sì cortese / che chi gli sta cortese / od a man giunte avante, / esso sì 'l mette avante / di ciò ched e' disira, / e di tutto il disir ha.
2. Come avverbio di tempo, esemplifica le due accezioni che in a. coesistono, del " poi " e del " prima ", correlative ai due valori che può anche avere l'avverbio di luogo, seppure meno avvertiti (chi si trova davanti a noi, può essere più in là di noi, ma può anche non essere ancora dove noi siamo). Decisamente temporale è il valore di " poi " in Rime LXXXlll 98, dove si parla del sole, il gran pianto... che, dal levante / avante infimo a tanto che s'asconde, / co li bei raggi infonde / vita e vertù qua giuso; mentre conserva ancora molto del significato locativo (" proseguire ", " continuare " nella lettura, nel ragionamento, nel dire) nei tre esempi di If V 138 Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: / quel giorno più non vi leggemmo avante; Pd XIII 88 Or s'i' non procedesse avanti piùe, col mio ragionamento; e Fiore CIV 2 santa dir de' suo' fatti più in avante: va qui rilevata la presenza, in tutti e tre i passi, dell'avverbio più (posposto nel secondo esempio, dove a. si fonde col verbo a formare un'unica locuzione) e, nel terzo, anche di in.
Significa, all'opposto, " prima ", " precedentemente " rispetto al momento attuale, in Pd XI 14 Poi che ciascuno fu tornato ne lo / punto del cerchio in che avanti s'era, / fermossi, e in Cv IV Le dolci rime 111 Dunque verrà, come dal nero il perso, / ciascheduna vertute da costei, / o vero il gener /or, ch'io misi avanti, cioè la virtù in generale, di cui il poeta aveva trattato in precedenza (nella quinta stanza della stessa canzone, ai vv. 81-100); e " prima " rispetto a un poi, rispetto ad altra azione successiva, in Fiore LXVIII 9 Ma sòffera ch'i' avante disfidi / e Malabocca e tutta sua masnada.
In unione con ‛ che ', forma congiunzione temporale reggente una proposizione con il verbo al congiuntivo, presente o passato per indicare precedenza rispetto ad azione non ancora avvenuta, imperfetto per la precedenza rispetto ad azione già avvenuta: If III 119 Così sen vanno su per l'onda bruna, / e avanti che sien di là discese, / anche di qua nuova schiera s'auna; VIII 55 Avante che la proda / ti si lasci veder, tu sarai sazio; XV 51 mi smarri' in una valle, / avanti che l'età mia fosse piena; XVI 97 quel fiume... / che si chiama Acquacheta suso, avante / che si divalli giù nel basso letto; Pg VII 32 Quivi sto io coi pargoli innocenti / dai denti morsi de la morte avante / che fosser da l'umana colpa essenti; IX 125 Più cara è l'una [chiave]; ma l'altra vuol troppa / d'arte e d'ingegno avanti che diserri (altri esempi in Vn XII 14 36, Rime XLIX 6, Pg XXVII 78, Fiore LXI 3, LXXXV 7).