AVANCORPO (fr. avant-corps; sp. avance; ted. Vorkörper; ingl. avant-corps)
Così si chiama in architettura ogni massa che sia in risalto sull'allineamento prospettico d'un edificio. Esso non si riferisce quindi quasi mai alla decorazione; deve anzi risultare in pianta. Gli avancorpi tendono a rompere la monotonia dei prospetti, suscitandovi effetti d'ombre e di movimento. Se ne possono avere di diverse specie secondo la funzione che debbono assolvere: l'avancorpo centrale, non di rado conformato a pronao, serve a dare risalto all'entrata principale; gli avancorpi d'angolo, posti all'estremita delle facciate, conferiscono a esse senso di solidità e sottolineano la simmetria.
Nell'antichità classica l'avancorpo non fu frequente. Ma l'anfiteatro di Pola ce ne offre dei significativi esempî, disposti in corrispondenza delle quattro entrate sugli assi dell'arena. Nell'architettura medievale, così mossa e diversa, l'avancorpo assunse una parte notevole: cosi nello stile arabo-normanno (la Zisa a Palermo), nel romanico (i protiri, specialmente se sormontati da loggetta o da campanili), nel gotico (i grandi campanili in centro di facciata nello stile tedesco).
Il Quattrocento, che pure amò le superficie piane e gli schemi semplici, vide nel prospetto del palazzo ducale d'Urbino usati insieme l'avancorpo centrale, a quattro arcate, e gli avancorpi laterali (i torrioni rotondi). Il Cinquecento, desideroso di plasticità e di chiaroscuro, adoperò ambedue le forme d' avancorpo, delle quali sono esempî romani la facciata della villa di papa Giulio (Vignola e Ammannati) per il tipo centrale, la Farnesina di B. Peruzzi per il tipo gemino-laterale. L'eccezione divenne regola nel Seicento, quando l'avancorpo acquistò nuovi aspetti e nuovo movimento per mezzo delle linee curve. Nel tardo Settecento e nell'Ottocento, in genere nello stile neoclassico, l'avancorpo, specialmente centrale, ebbe larga applicazione anche per l'immensità dei palazzi pubblici, reali e privati di quell'epoca. E anche negli edifici di carattere ufficiale l'uso ne è ancora frequentissimo.