AUXERRE (A. T., 32-33-34)
Città della Francia centrosettentrionale, capoluogo del dipartimento di Yonne. È situata sui fianchi e sulla sommità di una collina che sorge sulla riva sinistra dell'Yonne; degrada ad anfiteatro e ha pianta irregolare con strade strette e spesso ripide; è però circondata da bei viali che si estendono nel posto dove sorgevano le antiche fortificazioni. È riunita per mezzo di due ponti ai sobborghi Saint-Martin e Saint-Gervais che si trovano sulla riva destra del fiume. La sua popolazione è di 21.978 abitanti (1926).
Nelle vicinanze di Auxerre vi sono importanti giacimenti di ocra rossa e gialla, il cui sfruttamento costituisce la principale industria della città. La regione circostante è inoltre una delle più note per la produzione e l'esportazione di vini famosi (Châinette, Migraine, ecc.); importante è anche l'esportazione di legname.
Auxerre è unita per ferrovia a Joigny sulla Parigi-Digione, e a Nevers sulla Parigi-Lione-Mediterraneo; il canale del Nivernais correndo parallelamente alla Yonne, unisce la città a Decize sulla Loira. È sede di corte d'assise e di un tribunale di prima istanza e di commercio; ha un liceo femminile, una scuola normale e altri istituti d'educazione.
Monumenti artistici. - La città di Auxerre si è mantenuta nei limiti segnati dalle mura costruite dal 1166 al 1292 da Pierre de Courtenay; ma, nonostante il carattere provinciale delle sue strade strette e tortuose, veduta dalla riva dell'Yonne presenta una linea, cui le absidi della cattedrale, di S. Pietro e di S. Germano, dànno una certa grandiosità.
La cripta della chiesa di S. Germàno, un tempo abbaziale, rimonta in parte al sec. IX; ma nel sec. XIII fu ampliata per potervi edificare sopra la chiesa attuale, cominciata nel 1276 a imitazione della cattedrale e terminata nel sec. XV. Una torre, oggi rimasta isolata, chiamata campanile di S. Giovanni, e appartenente a una chiesa anteriore, ha murate nel basamento alcune sculture carolingie, e porta una cuspide di pietra con gli spigoli leggermente convessi. Questo celebre monumento fa ricordare il campanile un po' più recente (verso il 1160) della chiesa di S. Eusebio. La cattedrale di S. Stefano è edificata sulla cripta (1023) di un edificio più antico distrutto da un incendio; perciò il coro, costruito dal 1220 al 1234, dovette adattarsi al piano preesistente. Nella navata i pilastri sono di forma alternata, traforati arditamente dalle aperture del matroneo, al di sopra del quale si trova un'altra galleria praticabile, che è visibile anche nel deambulatorio. Questo comunica per mezzo di due colonne isolate con la cappella quadrata che si apre sull'asse principale: soluzione audace ed elegante commentata dal Viollet-le-Duc (Dictionnaire, IV, p. 147). Tutti questi caratteri collegano la struttura della cattedrale ai canoni della scuola di Champagne. Il transetto e la navata furono terminati solo durante il sec. XIV. La facciata è particolarmente interessante per la scultura dei suoi portali, molto più progredita della scultura francese della stessa epoca. Di squisito lavoro sono i basamenti della porta maggiore sui quali, in pietra di Tonnerre, sono scolpite le storie di Giuseppe e del figliol prodigo; alcuni particolari, come un Eros addormentato, una danzatrice con fine panneggio, un Ercole avvolto nella pelle del leone, rivelano l'influsso dell'arte antica e fors'anche quello delle famose formelle del campanile di Firenze, dove si trovano alcuni di questi motivi. Non si può far a meno di ricordare che appunto in quest'epoca il pittore Stefano d'Auxerre fu inviato in missione a Roma dal re Filippo il Bello; ciò può dar valore al riavvicinamento, quando però la data di questi bassorilievi, ancora incerta, non sia fatta risalire, come alcuni fanno, al 1280, ma sia portata, come altri propongono, e con maggiore probabilità, al 1340. Nella porta di sinistra alcuni episodî della Genesi sono trattati forse più vigorosamente. La cattedrale ha una ricca serie di vetrate della prima metà del sec. XIII; mentre in un affresco della cripta (sec. XII) si vede la rappresentazione assai rara del Cristo apocalittico a cavallo. La facciata della chiesa di S. Pietro (principio del sec. XVII) non presenta tanto interesse quanto la porta che la precede, ove il frontone è ornato delle figure di Cerere e di Noè, scolpite in tenue rilievo sul gusto della scuola di Fontainebleau. Nella prefettura, antico vescovato, un loggiato romanico indica il posto occupato da un'antica galleria a uso di passeggio pei vescovi. Il museo municipale conserva al piano terreno buoni capitelli greco-romani; in una piccola galleria di pittura è una tela deliziosa del Leprince. Nella biblioteca si trova il manoscritto della Cronaca universale di Roberto d'Auxerre.
Bibl.: Abbé V. B. Henry, Histoire de l'Abbaye de Saint Germain d'A., Auxerre 1953; V. Petit, Guide pittoresque d'Auxerre, Auxerre 1858; id., Les cryptes de Saint Germain d'A., in Bulletin Monumental, 1872, p. 494 segg.; L. Pillion, Les sculpteurs du XIIIe siècle en France, s. a.; id., Sculptures de la cathédrale d'Auxerre, in Revue de l'art chrétien, 1905, p. 278 segg.; Philippe, Architecture du XIe au XII siècle dans le diocèse d'Auxerre, in Bulletin Monumental, 1906; C. Enlart, La sculpture des portails de la cathédrale d'Auxerre, in Congrès archéologique (Avallon 1907), Parigi 1906-1909; E. O' Reilly, How France built her cathedrals, New York 1921; C. Porée, Cathédrale d'Auxerre, 1925.
Storia. - Città dei Galli Senoni, col nome di Autessiodurum, Auxerre appartenne alla provincia Lugdunensis Senonia e diventò uno dei centri più notevoli della civiltà gallo-romana. Anche il cristianesimo vi si diffuse relativamente presso, verso la metà del sec. III. Probabilmente già dal principio del sec. VI, la città era caduta in potere dei Franchi. Al tempo della rinascenza carolingia Auxerre vide fiorire le sue scuole d'eloquenza. La città fu ben presto il centro di una contea che si mostrò, in generale, arrendevole di fronte alle tendenze comunali dei cittadini (charte des coutumes del 1194). Alla fine del sec. XIII la contea passò alla casa di Chalon. Con un atto del 5 gennaio 1371, un membro di questa famiglia, Giovanni IV, rese la contea al re di Francia, Carlo V. La città fu messa a dura prova durante la guerra dei Cent'anni (fu conquistata dagl'Inglesi nel 1359), specialmente nel periodo delle lotte fra Armagnacchi e Borgognoni, per i quali ultimi parteggiò (vi furono tenuti dei convegni fra i due partiti nel 1412 e nel 1432), e infine durante le guerre di religione. Auxerre è celebre per alcuni uomini illustri nella storia della Francia, come l'erudito Lacurne de Sainte Palaye, lo storico Leboeuf, il romanziere Restif de la Bretonne, l'architetto Soufflot, il maresciallo Davout.
Bibl.: L. Chardon, Histoire de la ville d'Auxerre, 2 voll., Auxerre 1834-35; J. lebeuf, Mémoires concernant l'histoire civile et ecclésiastique d'Auxerre, voll. 4, 2ª ed., Auxerre-Parigi 1848-55; A. Challe, Histoire de l'Auxerrois, Auxerre-Parigi 1878.
Il sinodo di Auxerre. - Il vescovo Aunacario raccolse in Auxerre il suo clero e vi pronunciò le prescrizioni del sinodo tenuto a Mâcon poco prima, il 23 ottobre 585. Ci restano così 45 canoni, la cui interpretazione sia dal lato filologico sia archeologico non è sempre facile. Vi troviamo la proibizione di mascherate pagane e di doni straordinarî al 1° gennaio; di compiere i voti presso un cespuglio, un albero sacro, una fonte, invece che alla chiesa; di prestare orecchio agl'indovini e agli stregoni; di praticare le sortes sanctorum e altre superstizioni; di presentare per la consacrazione vino mescolato con miele e altro liquido; di tenere pianzi nelle chiese o cori mondani; di lavorare la domenica. Altri canoni riguardano usanze liturgiche, punizioni di colpe, o sono diretti a regolare la vita dei chierici e dei monaci e il celibato dei chierici maggiori.
Bibl.: C. J. Hefele e H. Leclerq, Hist. des Conciles, III, Parigi 1909, p. 214 segg.; Mansi, Conciliorum... collectio, IX, p. 911.