autoscattista
s. m. e f. Chi ama fotografarsi con l’autoscatto.
• Per gioco, possiamo provare a ricondurre molti degli autoscattisti qui convenuti a questo o quel normotipo sociale (e televisivo, ahimè), e riconoscere, in mezzo al mucchio, qualche Fabiovolide (da Fabio Volo) o qualche Lucatonide (da Luca Toni) o Tariconide. (Michele Serra, Repubblica, 9 aprile 2006, p. 31, Domenicale) • Non manca però chi critica questo fenomeno. Il giornale «New Republic» ha fatto notare che nel selfie d’arte non conta quel che c’è dietro (ovvero il capolavoro) ma quel che c’è davanti, cioè l’autoscattista. E che non si va più in un museo per guardare dei quadri ma per fare dei selfie. Quindi, il desiderio prevalente non è ammirare le esposizioni, ma esporre se stessi. (Claudio Angelini, Messaggero, 29 dicembre 2014, p. 17, Società) • Quando l’essere umano femmina si oppone all’intenzione di uno scatto fotografico, è perché ad avere la macchina (più spesso: il cellulare) in mano è un altro essere umano. […] Se a scattare è un’altra femmina, la farà venire male apposta; se è un maschio, figuriamoci: cosa vuoi che capiscano. In ogni caso, quel che l’autoscattista sa con certezza religiosa è che nessun altro mai la renderà fotogenica come sa rendersi lei al centoquattresimo tentativo; (Guia Soncini, Repubblica, 1° maggio 2015, p. 40, R2 Club).
- Derivato dal s. m. autoscatto con l’aggiunta del suffisso -ista.
> selfista.