autoprestito
(auto-prestito), s. m. Il prendere in prestito per proprio conto, senza bisogno dell’intervento di altri; con particolare riferimento al prestito bibliotecario.
• L’82 per cento risulta tesserato e una buona parte di questi usufruisce del servizio di auto-prestito che consente all’utente di eseguire in proprio tutte le operazioni collocando i libri su uno scanner che registra la tessera dell’utente e l’uscita del libro. (Messaggero Veneto, 6 luglio 2011, p. 21, Pordenone) • La nuova biblioteca, diretta da Monica Porcile, inaugura a Genova il sistema dell’autoprestito. Gli utenti potranno infatti servirsi delle apposite macchine di «self check», che permettono di registrare autonomamente il prestito abbinando la propria tessera universitaria al codice a barre presente all’interno di ogni volume. (Secolo XIX, 20 giugno 2012, p. 20, Genova) • Alla base di ogni biblioteca dev’esserci dunque un progetto culturale e sociale, architettonico e urbanistico. E per gestirla non possono valere le regole da vecchio pubblico impiego. Gli orari devono essere flessibili e accordarsi con i tempi della potenziale utenza. La segnaletica deve essere chiara: meglio scrivere giornali e riviste che emeroteca. Le procedure burocratiche vanno ridotte al minimo indispensabile. Bisogna incentivare autoprestiti e autorestituzioni. (Francesco Erbani, Repubblica, 22 aprile 2014, p. 50, R2 Cultura).
- Composto dal confisso auto-1 aggiunto al s. m. prestito.
- Già attestato nell’Unità del 26 marzo 1981, p. 13, Roma-Regione.