autoingannarsi
(auto-ingannarsi), v. intr. pron. Ingannare sé stesso; ingannarsi da sé.
• Che suo padre fosse un nazista militante, l’austriaco Martin Pollack ‒ professore di slavistica all’università di Vienna ‒ l’aveva intuito dall’adolescenza, negli anni Sessanta. Ma mai egli aveva osato scoperchiare il pentolone dell’indicibile. Tutto era contro di lui. La famiglia d’origine, integralmente composta di nazisti privi di pentimento e ostili a ogni rilettura critica della tragedia. La propria paura, umanissima, di abbattere la figura paterna, che la mamma gli aveva sempre descritto in termini di mitologica nostalgia. Ma contro gli era soprattutto l’Austria, un Paese dove ‒ nonostante Hitler ne fosse figlio ‒ sono tuttora in molti ad autoingannarsi con la bugia di un nazismo solo subìto, anziché accolto con entusiasmo dall’anima profonda della nazione. (Paolo Rumiz, Repubblica, 19 maggio 2007, p. 39, Almanacco dei libri) • Bisogna dire che gli Europei hanno una strepitosa capacità di autoingannarsi. O forse solo di sognare. (Lucia Annunziata, Stampa, 30 settembre 2009, p. 1, Prima pagina) • Individui che mentono a se stessi e si auto-ingannano finiscono col mentire agli altri e con l’ingannarli. Eccoci: viviamo in una sorta di Torre di Babele, non tanto per i linguaggi diversi che utilizziamo nel discorrere, quanto perché c’è chi abusa di questi linguaggi, li impiega non per trasmettere conoscenza, ma piuttosto per prevaricare l’altro-da-sé, per asservirlo alle più bieche ambizioni. (Nicla Vassallo, Unità, 21 giugno 2011, p. 31, Nero su bianco).
- Composto dal confisso auto-1 aggiunto al v. intr. pron. ingannarsi.
- Già attestato nella Repubblica del 5 agosto 1987, p. 14, Cronaca.