AUTODROMO (neologismo da auto[mobile] e -dromo di ippodromo ecc.)
Luogo specialmente attrezzato per le corse autom0bilistiche, a scopo sportivo, di studio e di esperienza della velocità pura raggiungibile da vetture automobili.
Un autodromo si compone, in linea generale, di: a) una pista propriamente detta; b) posti per gli spettatori, di regola sistemati a scalinata in tribune; c) fabbricati con locali per la direzione, organizzazione, amministrazione della Società o Ente delle corse e locali per giornalisti, ristorante, ecc.; d) rimesse o garages per le macchine da corsa, corredate da posti per riparazioni, di rifornimento, ecc.; e) impianto di segnalazioni, casetta dei cronometristi; f) locali per i servizî sussidiarî e di assistenza (pompieri, medicazione, ecc.); g) autoparco per le vetture del pubblico.
La pista ha una forma allungata a catino (due lati rettilinei, raccordati alle loro estremità mediante curve sopraelevate). Di un autodromo può far parte anche un "circuito" stradale di corsa in condizioni speciali di pavimentazione: ma in esso le automobili in corsa non possono generalmente sviluppare tutta la velocità di cui sono capaci, per l'ostacolo che incontrano nelle curve in cui è necessario un rallentamento con conseguente slittamento. Invece nella pista chiusa le curve sono sopraelevate fortemente nel lato esterno in modo da evitare lo slittamento causato dalla forza centrifuga che tende a proiettare fuori il veicolo, nella direzione della tangente. L'inclinazione della sezione stradale sulla curva si fa per diminuire l'effetto di questa forza centrifuga e per aumentare adeguatamente la resistenza di attrito che impedisce lo slittamento.
La sezione stradale della pista sulla curva risulta concava, dato che nella parte interna essa deve servire per le velocità minori, e quindi ha bisogno di poca inclinazione, mentre, verso il lato esterno, deve consentire sempre maggiori velocità, e perciò aumentare d'inclinazione. Questa può raggiungere perfino i 45°. Nella determinazione della pista e delle sue curve, è della massima importanza il tipo di pavimentazione applicato. Infatti nello studio della sopraelevazione della curva è fattore fondamentale il "coefficiente di attrito" che varia secondo i tipi di pavimentazione. Sono inoltre fattore economico importante le qualità di resistenza al consumo delle pavimentazioni. Quelle piuttosto lisce, p. es. a base di asfalto, sono resistenti, ma il loro coefficiente di attrito è basso, mentre è abbastanza alto per quelle di conglomerato cementizio.
Gli edifici attinenti all'autodromo non differiscono dai comuni fabbricati per luoghi di gare, giuochi sportivi, ecc. Invece, un problema che merita speciale attenzione nella costruzione degli autodromi è quello dell'incolumità degli spettatori, in caso d'incidenti alle macchine in corsa. A questo scopo si usa predisporre fossati, ripari di sacchi ripieni di sabbia, terrapieni, palizzate, ecc.
Dal punto di vista organizzativo è sommamente importante il deposito (autoparco) per le automobili del pubblico che interviene ad assistere alle gare. Generalmente sono migliaia le automobili da convogliare all'arrivo e alla partenza del pubblico e che debbono essere convenientemente sistemate durante lo svolgimento delle gare nell'autodromo. Necessitano vasti spazî dove le macchine siano distribuite in modo che il movimento sia sempre possibile, donde il bisogno di molti accessi con strade ampie e ben regolate. In questa zona destinata ad autoparco si rende anche necessaria un'organizzazione di servizî, di eventuali rifornimenti alle macchine, assistenza e sorveglianza, specialmente contro pericoli d'incendio.
In Italia abbiamo l'autodromo di Monza, detto anche "circuito di Milano", costruito nel 1922. Comprende una parte in pista di calcestruzzo di cemento che sviluppa m. 4500, e una parte su strada in macadam catramato, dello sviluppo di m. 5500: quindi con un totale di circuito di m. 10.000. È interessante, in questo autodromo, l'intersezione del circuito che, in sottopassaggio, attraversa la pista e la disposizione generale che permette ad uno spettatore di vedere varî passaggi del corridore in uno stesso giro del circuito.
I più famosi autodromi esteri sono quelli di Brooklands in Inghilterra che sviluppa m. 4324, e di Indianapolis (Stati Uniti) con uno sviluppo di m. 4032,18, sempre a forma di "catino".
In Francia ve n'è uno a Miramas e un altro, costruito nel 1924, a Linas-Monthléry, la cui pista ha uno sviluppo di circa m. 2500 ed è collegata, sul tipo di quello di Monza, a un circuito stradale di m. 11.230. Le curve della pista hanno un'inclinazione fortissima, fino a m. 18 di sopraelevazione, e i due tratti rettilinei molto brevi. Quest'inclinazione, che nel lato esterno raggiunge il 100 per 100, permette velocità superiori ai 200 km. orarî.
Uno speciale autodromo è formato dalla "pista di prova" che la fabbrica italiana di automobili Fiat ha costruito a copertura del suo stabilimento del Lingotto a Torino. Si tratta d'una pista di m. 1075, di cui m. 867,60 per i due rettifili e circa m. 200 per le due curve. Queste, essendo sopraelevate di circa 6 metri, consentono notevoli velocità. Sotto le due curve sono sistemate officine di regolazione e messa a punto dei motori, mentre altri varî rifornimenti sono distribuiti sul circuito. La pista è ad ossatura di cemento armato, come del resto tutto l'edificio; la pavimentazione è in asfalto naturale compresso, di 5 - 6 cm. di spessore nella parte rettilinea, e con mattonelle di asfalto nelle curve. Il parapetto esterno, in cemento armato, misura, sulle curve, un'altezza di 3 metri. Sotto la pista sono collocate tubazioni di vapore ad alta pressione per l'eventuale riscaldamento della pista durante la caduta di neve.
Bibl.: R. Fabbrichesi e M. Sarrocco, Impianti e fabbricati per lo sport, in D. Donghi, Manuale dell'architetto, II, i, sez. 4ª, Torino 1925; A. Rosselli, Il circuito di Milano, in Ingegneria, agosto 1922.