autoamministrarsi
(auto-amministrarsi), v. intr. pron. Amministrarsi da sé.
• Gli immigrati, soprattutto quando sono numerosi, creano gruppi omogenei ed esprimono una leadership comunitaria che li rappresenta di fronte ai pubblici poteri e ne tutela gli interessi. Ma in molti casi questa leadership si comporta come una nomenclatura e cerca di conservare le proprie posizioni accentuando la separazione fra i nuovi arrivati e i «padroni di casa». S’instaura in tal modo un circolo vizioso. Quanto più gli immigrati si sentono indesiderati, tanto più tendono ad auto-amministrarsi come un corpo estraneo. Quanto più si comportano come estranei, tanto più suscitano la diffidenza e la paura degli indigeni. I due fenomeni, in altre parole, si alimentano a vicenda. (Sergio Romano, Corriere della sera, 20 gennaio 2010, p. 43) • All’interno gli ex-Mujaheddin si autoamministrano. Ma Baghdad vuole eliminare questa anomalia, anche a costo di una carneficina. (Ga[briel] B[ertinetto], Unità, 7 luglio 2011, p. 33, Mondo) • Anna è tornata da De Refter, il villaggio-comune dove ha fatto due settimane di volontariato imbiancando pareti e riparando panchine, circondata da ex hippies che da trent’anni lì vivono, lavorano e si auto-amministrano. È tornata sfinita ma combattiva. (Sandra Bonzi, Repubblica, 14 agosto 2016, p. 6).
- Composto dal confisso auto-1 aggiunto al v. intr. pron. amministrarsi.
- Già attestato nella Nuova Stampa del 29 agosto 1951, p. 5 (Robert Guillain).