AUTARCHIA (Appendice I, p. 199)
L'autarchia economica, produzione programmata intesa a conseguire la massima possibile indipendenza del paese, fu tentata in Italia in funzione di una concezione statale dalla quale ripeteva l'origine e la giustificazione. Ma, scomparsa tale concezione a seguito degli eventi politico-militari, non si può più parlare di politica autarchica come attività diretta nel senso suindicato. Anzi le dottrine economiche e politiche che oggi prevalgono sono intese a ricondurre, almeno formalmente, ai fondamentali principî della collaborazione e della divisione del lavoro, ambedue intesi in senso internazionale.
Alcuni degli organi e degli indirizzi che hanno servito da strumenti della politica autarchica italiana sono tuttavia ancora in funzione, sia pure con scopi diversi da quelli primitivi: così l'IRI, tornato ora quasi completamente al suo carattere originario di ente di gestione e di sostegno di alcune industrie, e così taluni enti che disciplinano particolari produzioni interessanti maggiormente l'economia italiana, come ad esempio l'Azienda carboni italiani, l'Azienda petrolî italiani, ecc. Sono ancora operanti pure la disciplina dei nuovi impianti industriali (decr. legisl. luog. 12 marzo 1946, n. 212); nel settore agricolo, la politica intesa all'aumento di alcuni dei principali prodotti della coltivazione del suolo (cereali, olivo, bestiame) e il principio degli ammassi che costituiscono, sia pure per ragioni contingenti, esigenze tuttora sensibili.
Nei paesi anglosassoni, intanto, il ripudio di economie programmate in senso autarchico e il ritorno alla più ampia libertà economica nel campo internazionale, dopo la fine della seconda Guerra mondiale, non hanno affatto portato, per ora, alla smobilitazione di quei piani produttivi e di quei programmi economici che erano stati adottati in vista delle esigenze belliche. Ciò è forse anche giustificato dalla perdurante incertezza della situazione politica internazionale, ma non si deve dimenticare l'esistenza di recenti dottrine economiche che, condizionando l'optimum produttivo alla piena occupazione di tutta la massa di lavoro disponibile nel paese, tendono a una disciplina sempre più vasta e sempre più profonda di tutte le attività economiche, con mezzi che si identificano, sia al di qua che al di là dell'Atlantico (v. occupazione piena, in questa App.).
Nell'URSS si nota la continuità dell'attuazione di una politica di economia programmata che per molti aspetti presenta somiglianze con la politica autarchica, e l'orientamento verso analoghi sviluppi si può incontrare nei paesi dell'Europa orientale, pur tenendo conto degli accordi commerciali, sempre bilaterali, che questi vanno stipulando tra loro o con l'Unione Sovietica.