AUSTERITAS
Negli scrittori latini questo termine si trova talvolta riferito ad opere d'arte, specialmente a pitture, in genere nei confronti che i retori istituiscono fra poesia o eloquenza e l'arte figurata. Quando è riferito ai colori di un quadro significa una gamma ristretta, senza troppi contrasti tonali e senza vivezza di tinte, cioè l'opposto di colori floridi, vivaci, smaglianti. Così Plinio (Nat. hist., xxxv, 30) dice: sunt autem colores austeri aut floridi e ripete questo concetto (Nat. hist., xxxv, 97) a proposito di Apelle (e longiquo eadem res nimis floridis coloribus austeritatem occulte daret) e di Athenion, che dice, rispetto a Nikias, austerior colore et in austeritate iucundior (Nat. hist., xxxv, 134); anche riguardo al colore delle gemme Plinio parla (Nat. hist., xxxvii, 101) dell'a. degli smeraldi scitici. È la qualità che in arte troviamo più celebrata dagli scrittori romani guidati da preconcetti etici di tradizione catoniana, mentre nella realtà, se può convenire alle manifestazioni artistiche repubblicane, contrasta con le tendenze fastose di quelle del periodo imperiale.