AUSANO
Fu vescovo di Milano per circa tre anni, probabilmente dal 558 al 561 (ma alcuni autori hanno ritenuto dal 556 al 559). Nel sec. XIII, quando le famiglie nobili milanesi si preoccuparono, a gara, di annoverare fra i propri ascendenti uno dei primi vescovi ambrosiani, A. fu ritenuto della progenie dei Crivelli. Del suo breve pontificato, che, per il tempo in cui cadde, fu certamente burrascoso, è difficile dire qualcosa di sicuro per la mancanza di fonti e per la incerta cronologia dei primi vescovi milanesi.
Quando nel 554 il papa Vigilio si adattò a firmare la condanna dei "Tre Capitoli" pronunciata nel concilio di Costantinopoli l'anno prima, vi fu un'immediata reazione da parte di molti vescovi, che sfociò in uno scisma. Da alcune lettere del papa Pelagio 1, succeduto a Vigilio il 556, sappiamo che in Occidente l'opposizione alla condanna dei "Tre Capitoli" era capeggiata dai metropoliti di Aquileia e di Milano. Nelle sue lettere Pelagio si lamenta più volte del vescovo di Milano, senza però fame il nome: il papa si duole non solo dello scisma, ma anche della consacrazione irregolare del nuovo vescovo di Aquileia, Paolino, compiuta dal confratello milanese in Milano invece che nella stessa sede patriarcale; e prega il patrizio Valeriano di fare in modo che il consacratore soggiaccia alle pene sancite dai canoni. Orbene, si ritiene quasi comunemente dagli storici che Paolino fu consacrato da A. succeduto sulla cattedra ambrosiana allo scismatico Vitale.
La tradizione milanese presenta A. come vescovo zelante, infaticabile predicatore e gli attribuisce molti miracoli. La Chiesa ambrosiana gli rese culto liturgico fissandone la festa al 3 settembre, giorno in cui il vescovo sarebbe morto. Il nome di A. appare già nei più antichi martirologi ambrosiani (secoli XI-XII). Alla stessa data 3 settembre A. è ricordato pure nel Martirologio romano.
A. fu sepolto a Milano nella chiesa di Santo Stefano Maggiore ("ad sanctum. Stephanuin ad rotam"). Il cardinale Federico Borromeo, durante il settimo sinodo provinciale dei 1609, provvide a una solenne traslazione della salma all'altare maggiore della stessa chiesa.
Fonti e Bibl.: Pelagii I Papae Epistulae quae supersunt (556-561),a cura di P. M. Gassò, Montserrat 1956, pp. 76, 139, 156; Catalogus archiepiscoporum Mediolanensium, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, VIII,Hannoverae 1848, p. 103; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, IV,Venetiis 1719, col. 157; G. A. Sassi, Archiepiscoporum Mediolanensium series historico-chronologica, I,Milano 1755, pp. 181-185; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. La Lombardia,I: Milano,Firenze 1913, pp. 234-242; F. Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del sec. VII,Faenza 1927, pp. 1025 s.; G. P. Bognetti, Milano sotto il regno dei Goti.in Storia di Milano, II, Milano 1954, p. 51; E. Stein, Chronologie des métropolitains schismatiques de Milan et d'Aquilde Grado, in Revue d'hist. ecclés. suisse, XXXIX(1954), pp. 126-136; E. Cattaneo, Arcivescovi di Milano santi, in Ambrosius, XXXI(1955), pp. 101-117; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés.,V, col. 932.