VITTORE, Aurelio (Sextus Aurelius Victor)
Storico romano del sec. IV d. C. Di origine africana e di umile famiglia, scrisse circa il 360 d. C. una breve storia dell'impero da Augusto al 360 appunto (Caesares). Nel 361 conobbe Giuliano l'Apostata, che lo fece chiamare a sé e gli affidò col rango di consolare il governo della pannonia secunda. Al tempo di Teodosio era in Roma prefetto dell'urbe e index sacrarum largitionum, come risulta da Ammiano Marcellino (XX, 10, 6) e da una iscrizione (Dessau, Inscript. lat. selectae, 2945).
Il suo scritto è una breve storia dell'impero, di fede pagana, ma senza polemica anticristiana, a intonazione moraleggiante: l'elemento biografico vi predomina. Sua fonte è, per la prima parte, soprattutto Svetonio (a cui accanto forse Tacito); per la seconda una fonte eomune con Eutropio, la cosiddetta Kaisergeschichte dell'Enmann, non meglio individuata. È di regola ammesso che in taluni punti V. fu fonte della Historia Augusta: la prima parte fino a Domiziano fu elaborata con aggiunte da un ignoto nella cosiddetta Epitome de Caesaribus; fu utilizzato inoltre da S. Girolamo e da Paolo Diacono. Insieme con due altri scritti, la Origo gentis Romanae e il De Viris illustribus urbis Romae, costituì un manuale completo di storia romana, che, ancora redatto nel sec. IV d. C. e fortunatissimo nel Medioevo, è giunto unitario nella tradizione manoscritta.
Edizioni principali: S. A. Victoris liber de Caesaribus, a cura di F. Pichlmayr, Lipsia 1911; H. Peter, Die Schrift Origo gentis Romanae, in Berichte über die Verhandl. d. sächs. Gesell. der Wissensch. zu Leipzig, LXIV (1912), p. 69 segg.
Bibl.: M. Schanz, Geschichte der römischen Litteratur, IV, i, 2ª edizione, Monaco 1914, p. 65 segg. - Rassegna di studî di W. A. Baehrens, in Bursians Jahresber. d. Altertumswiss., CCXXVIII (1926), pp. 1-18.