FAIFOFER, Aureliano
Nacque a Borgo Valsugana, in provincia di Trento, il 4 ag. 1843, da Giorgio e Celeste Sordo. Compì gli studi liceali e universitari a Padova, ove si laureò in matematica, nel 1863, con Giusto Bellavitis. Di questo fu poi assistente per quattro anni alla cattedra di geometria descrittiva, per passare, con lo stesso titolo, alla cattedra di storia ed economia rurale, nell'anno accademico 1867-68. Nel settembre del 1868 si trasferì a Venezia, in qualità di titolare di matematica al liceo "Marco Foscarini", ove insegnò per più di quarant'anni. Ebbe qui, tra gli altri, come allievo Guido Castelnuovo. Nel 1878 fu insignito del titolo di cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Morì a Venezia il 1° marzo 1909.
Il F. rappresenta, in qualità di didatta e, soprattutto, di trattatista, una tra le principali figure dell'insegnamento della matematica nell'Italia del periodo postunitario. Fu autore di numerosi testi per le scuole secondarie superiori, di vastissima diffusione, per vari decenni. In particolare i suoi Elementi di geometria (Venezia 1878) furono accolti con grande favore sia in Italia sia all'estero. Essi si collocano nel quadro del progetto di revisione dei programmi di geometria elementare, propugnato dal governo italiano e previsto dalla legislazione scolastica del 1867. Tale progetto, che vide tra i propri sostenitori L. Cremona, E. Betti e F. Brioschi, prevedeva un deciso ritorno al testo euclideo, rispetto all'impostazione di stampo aritmetico sviluppata, negli anni della Rivoluzione francese, da A.-M. Legendre, che aveva avuto, nel primo Ottocento, una notevole diffusione in Europa e in America. La nuova legislazione stimolò la nascita, negli ultimi decenni del secolo, di un vivace movimento sul piano didattico, tendente ad una riformulazione moderna del testo euclideo. Gli Elementi di geometria del F. rappresentano un primo, quanto importante, passo in questa direzione, cui seguirono altri celebri trattati tra i quali quelli di A. Sannia ed E. D'Ovidio (Torino 1884) e di F. Enriques e U. Amaldi (Bologna 1903). Tra gli altri contributi specifici in questo senso del F. si segnala in modo particolare la sua teoria delle equivalenze di poligoni, in cui egli, sviluppando in modo sistematico il punto di vista di J.-M.-C. Duhamel, riconduce la nozione di equivalenza alla decomposizione di figure in altre a due a due congruenti (Dimostrazione di una proposizione fondamentale della teoria dell'equivalenza, in Periodico di matematiche, I [1886], pp. 13 ss.). Alla luce delle ricerche di fine Ottocento sui fondamenti della geometria, i testi del F. apparvero subito datati. Malgrado l'interesse mostrato per tali studi, egli rimase sempre legato, nella ricerca di equilibrio tra rigore e didattica, ad una visione sostanzialmente euclidea della geometria elementare. Il F. curò anche la prima traduzione italiana della Teoria dei numeri di P. G. Lejeune-Dirichlet: Lezioni sulla teoria dei numeri, Venezia 1879. Tra le altre sue opere si ricordano: Elementi di algebra, ibid. 1885; Trattato d'aritmetica teorico-pratica, ibid. 1886; Elementi di trigonometria piana, ibid. 1888.
Fonti e Bibl.: Venezia, Archivio del Liceo "Marco Foscarini"; necrol. in Boll. mat. Conti, VIII (1909), pp. 128-32; in Enseign. mathém., XI (1909), p. 313; in Mathesis, I (1909), 1-2, pp. 14 s.; A. Frajese, L'opera didattica di Euclide dai suoi tempi ai nostri giorni, in Archimede, X (1958), pp. 133 ss.; F. G. Tricomi, Matematici del primo secolo dello Stato unitario, in Mem. d. Acc. d. scienze di Torino, classe di sc. fis., mat. e nat., IV (1962), I, pp. 49 s.; F. Conforto, Ricerche critiche sui fondamenti della geometria, in Archimede, XXV (1973), pp. 256-259; U. Amaldi, Sulla teoria della equivalenza, in Questioni riguardanti le matematiche elementari, a cura di F. Enriques, II, Bologna 1914, pp. 9 s., 57 s.