POSTUMIO ALBINO, Aulo (A. Postumius Albinus Regillensis)
Su monete coniate nel 49 o nel 43-42 a. C. da Decimo Bruto (che per adozione era entrato nella gens Postumia) è effigiato un Aulo Postumio Albino console.
Il personaggio è un uomo anziano, senza barba e dai capelli corti, dai lineamenti rozzi, quasi contadineschi (volto solcato da grosse rughe, naso grosso e camuso). Probabilmente Decimo Bruto volle onorare un esponente consolare della gens Postumia a lui vicino, forse il padre adottivo, che si chiamava appunto Aulo Postumio Albino e che era stato console nel 99 a. C.
Il realismo vivace di quest'immagine fa congetturare la derivazione da un ritratto non molto posteriore alla morte del personaggio (avvenuta nell'89 a. C.). Il Vessberg ha circoscritto il modello agli anni compresi tra il 100 ed il 50 a. C.; lo Schweitzer ha riconosciuto lo stesso personaggio in un ritratto del Museo del Louvre, copia di un originale databile al 90 circa a. C., che dallo stesso autore viene assegnato ad un artista di "formazione" ellenistica, al quale sarebbero da assegnarsi altri ritratti (copie a Oslo, al Museo Vaticano, Lansdowne House, Museo Torlonia), forse del fratello di Aulo: Spurio Postumio Albino. Il Visconti, seguito ancora dal Bernoulli, aveva proposto di identificare il personaggio raffigurato sulla moneta con quello della prima epoca repubblicana, cui fu dovuta la vittoria sui Latini del 496 a. C. presso il lago Regillo; egli pensò anzi che l'autore del conio si fosse ispirato all'immagine custodita nell'atrio della famiglia. Anche ammessa la provenienza del modello dalla galleria degli antenati della gens Postumia è da escludere che si tratti della maschera mortuaria, conservata per 350 anni, del dittatore, vissuto in epoca leggendaria. I personaggi così lontani sappiamo che erano solitamente rappresentati dagli artisti in maniera vaga e convenzionale, e magari idealizzati secondo il cliché dell'antichità e dell'autorevolezza.
Bibl.: E. Q. Visconti, Iconografia Romana, Milano 1818, p. 33; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., I, Stoccarda 1882, p. 23; H. A. Grüber, Coins of the Roman Republic, I, Londra 1910, p. 507, n. 3966; L. Curtius, Ikonographische Beiträge, in Röm. Mitt., XLVII, 1932, p. 208; F. Poulsen, Probleme d. röm. Il., Berlino 1937, p. 19; S. L. Cesano, I Fasti della Repubblica romana nella moneta di Roma, in Studi di Numismatica, I, 2, 1940, p. 143; O. Vessberg, Studien zu Kunstg. röm. Republik, Lund-Lipsia 1941, p. 133 ss.; B. Schweitzer, Die Bildniskunst der röm. Republik, Weimar 1948, p. 37 ss., fig. 53-57; A. Giuliano, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, N. S., II, 1953, p. 29 ss.