CECINA, Aulo
Sotto questo nome sono principalmente noti due personaggi nella storia del primo secolo dell'Impero:
1. - A. Caecĭna Severus, console suffectus nel 6 d. C., e governatore della Mesia al tempo della rivolta pannonica (6-7 d. C.), che egli efficacemente intervenne a sedare con le sue truppe. Nel 14, come legato della Germania inferior agli ordini di Germanico, dové lottare contro gli ammutinamenti delle legioni ivi stanziate, che, in parte con l'opera pacificatrice di Germanico, in parte con severe misure repressive riuscì a sedare. Ma il momento più noto e drammatico delle sua carriera fu nel 15, durante la campagna di Germanico contro i Cherusci allorché C. con quattro legioni si trovò circondato in terreno impervio e paludoso dai Germani guidati da Arminio, durante la sua marcia per i Pontes Longi. Tacito (Ann., I, 63-69) ci ha lasciato una vivacissima descrizione della distretta romana in quella tragica congiuntura, da cui solo l'energia intrepida di C. e il valore disperato dei legionarî riuscirono a disimpegnarsi, raggiungendo dopo tre giorni di lotta una posizione più sicura e respingendo il nemico. C. fu decorato per queste campagne delle insignia triumphalia. L'ultima notizia che abbiamo di lui, d'una sua mozione al senato che gli diede occasione di rievocare la sua carriera e le sue benemerenze, è del 20 d. C.
2. - A. Caecĭna Alienus. - Questore della Betica nel 68 d. C., e legato nel 69 nella Germania superior, fu partigiano dapprima di Galba, passò poi a Vitellio e comandò insieme con Fabio Valente l'esercito che a Bedriaco (v.) schiacciò gli ottoniani e assicurò a Vitellio il trono. Ricompensato col consolato da Vitellio, finì col tradire anche questo, pare per invidia e gelosia verso il suo rivale Valente, e tentò, dapprima inutilmente, di provocare la resa ai soldati di Vespasiano dell'esercito che Vitellio gli aveva affidato per combatterlo. Dopo la definitiva vittoria di Vespasiano, C. fu accolto benignamente, sino a che la scoperta d'una nuova congiura da lui ordita contro l'imperatore gli costò la vita per ordine di Tito. Tacito ne mette in rilievo l'ambizione e la perfidia.
Bibl.: Groag, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, coll. 1241-43 (per Severus) e 1238-40 (per Alienus); Klebs, Prosopographia imperii romani, I, Berlino 1897, pp. 256-257 e 255; H. Schiller, Geschichte der römischen Kaiserzeit, I, Gotha 1883, pp. 226 segg. e 376 segg.