ATTILIO Calatino, Aulo
A. Atilius A. f. C. n. Calatinus (i fasti capitolini hanno Caiatinus) fu console per la prima volta nel 258 a. C., durante la prima guerra punica, e condusse fortunate operazioni di guerra in Sicilia, ma, sorpreso in una stretta dal nemico, il suo esercito fu salvo solo per il sacrificio di un eroico tribuno militare (chiamato Q. Caedicius in Gellio, III, 7, Laberius o L. o M. Calpurnius Flamma da altri) e di 400 uomini. Prese tuttavia Camarina, Enna e altre città. Rimase in Sicilia l'anno seguente come proconsole, e trionfò de Poenis nel gennaio 256. Console per la seconda volta nel 254, cooperò alle operazioni militari di quell'anno che condussero alla presa di Palermo. Dopo la distruzione della flotta romana a Palermo e Camarina, fu creato nel 249 dittatore, e inviato in Sicilia, primo dittatore investito di comando militare fuori d'Italia, ma nulla fece di notevole. Fu censore nel 247 e dedicò un tempio alla Fides e uno alla Spes. Fu uno dei maggiori uomini del suo tempo, strettamente legato alla potente gente dei Fabî; Cicerone lo celebra spesso come uno dei grandi del passato e cita l'epitafio inciso sul suo sepolcro a Porta Capena (De senectute, 61; De finibus, II, 116; Tusc., I, 13).
Bibl.: G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, i, Torino 1916, pp. 134 seg., 160 seg., 178, 243; per la cronologia, ib., pp. 256, 264 e J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., IV, ii, Berlino 1927, p. 287 seg., che propone date diverse da quelle sopra adottate. Inoltre: E. Klebs, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 2081; F. Münzer, Römische Adelsparteien und Adelsamilien, Stoccarda 1920, p. 57 seg.