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aulire

di Enrico Malato - Enciclopedia Dantesca (1970)
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aulire (ulire)

Enrico Malato

Forma ipercorretta di ‛ olere ', con la sostituzione del dittongo latineggiante au ad o (ma cfr. Rohlfs, Grammatica I 167): comune nella lingua del Due e Trecento, specialmente presso la scuola lirica siciliana, dalla quale sembra che sia passato presso i toscani (cfr. DEI, sub v.), il verbo è usato in Pg XXVIII 6 su per lo suol che d'ogne parte auliva, e in Fiore XXI 2 quel prezioso fior, che tanto aulia, sempre nel senso di " olezzare ". Nella forma ‛ ulire ', che, con vari derivati - ‛ ulimento ', ‛ ulimoso ', ecc. -, è variamente documentata in Fra Giordano da Pisa, nel Buti e in altri) è ancora in Fiore VI 6 Allor mi venni forte ristrignendo / verso del fior che sì forte m'ulio.

Il concetto di " mandare odore " è espresso con notevole varietà di lessico: vedi nella Commedia ‛ olezzare ' e più spesso, anche nel Convivio, ‛ odorare ' e ‛ odore ', mentre nel Fiore sono usate anche le forme ‛ olente ', ‛ olore '.

Vocabolario
aulire
aulire v. intr. [dal lat. olēre, attrav. una forma con dittongo *aulere; cfr. olire] (io aulisco, tu aulisci, ecc.), poet. – Olezzare, mandar profumo: Aulisce il biancospino Intorno al cimitero (Carducci); auliva la solinga stanza (D’Annunzio)....
aulète
aulete aulète (o aulèta) s. m. [dal lat. auletes, gr. αὐλητής, der. di αὐλός «flauto» (v. aulòs)], letter. – Suonatore di flauto: dell’auleta querulo, che piange (Pascoli).
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