Vedi AULIDE dell'anno: 1958 - 1973 - 1994
AULIDE (Αὐλίς, Aulis)
Centro antico della Beozia, che sorgeva su di un promontorio roccioso (πετρήεσσα: Il., ii, 496) proteso nel mare dell'Eubea, quasi di fronte a Calcide, formando due insenature sull'Euripo, una minore a N e una più grande a S (Βαϑὺς λιμήν: Strabo, ix, 403; Diod., xix, 77, 4).
Qui si sarebbero raccolte le navi greche per la spedizione contro Troia, sebbene le mille imbarcazioni ricordate nel Catalogo delle Navi non avrebbero potuto trovare asilo nelle due piccole baie. Nel santuario di Artemide Agamennone avrebbe sacrificato Ifigenia per propiziare la partenza. In tempi storici volle sacrificarvi il re spartano Agesilao nel 397 a. C.; nel 313 a. C. vi sbarcò il generale di Antigono, Tolomeo; nel 304 a. C. suo figlio Demetrio; nel 167 a. C. visitò il porto L. Emilio Paolo. Ovidio (Met., xii, 10) la dice piscosa, e in tempo romano è ricordata come centro di fabbricazione di vasi (Strabo, ix, 403; Paus., ix, 19, 8; Plut., Aer. al., 2).
Presso il moderno villaggio di Vathi si è scavato e identificato il celebre santuario di Artemide con il tempio, di cui rimane il basamento con un filare di blocchi squadrati, misurante circa m 9,40 × 31.
Ha un pronao, che ha subito alterazioni in epoca tardoromana, una cella divisa in tre navate da due file di tre colonne ioniche, delle quali si conservano due basi con due tori e una scozia e parte del rocchio inferiore; in fondo alla cella una porta centrale immette in un àdyton. Ai lati dell'ingresso nella cella sono due colonnette quadrate, forse per statuette di Apollo e di Artemide, dinanzi alle quali stanno due piccoli altari circolari per libazioni. Dentro l'àdyton di fronte alla porta sono altri due sostegni rettangolari marmorei scolpiti per una tràpeza da offerte; all'angolo sinistro si conserva una base marmorea triangolare, forse per un tripode bronzeo, e due piccoli altari circolari sono l'uno dietro e l'altro a destra della tràpeza. Nella cella accanto alla prima colonna di sinistra, entrando, si trova una base circolare, di un diametro doppio rispetto a quello delle colonne, sulla quale si è pensato che potesse esser collocato il tronco millenario di un platano che Pausania (ix, 19,7) aveva visto conservato nel tempio. Ma è da tener presente che vicino alla base è stata scavata una statua femminile acefala vestita di chitone e di himàtion. Pausania ricorda nel tempio due statue marmoree di Artemide, una con fiaccole e una in abito di cacciatrice.
Altre statue sono state trovate in un edificio termale romano, che sorse accanto al tempio e ne alterò la parte anteriore. Nello scavo del santuario fra le iscrizioni rinvenute una riguarda una sacerdotessa di Artemide che è detta Aulidèia (Αὐλιδεία), confermando quindi l'identificazione del tempio stesso, che nella forma rivelata dagli scavi sembra risalire al V sec. a. C., ma l'antichità del culto fa supporre una fondazione più antica.
Bibl.: A. K. Orlandos, Τὸ ἔργον τῆς ἀρχαιολογικῆς ῾Εταιρείας κατὰ τὸ 1956, Atene 1957, pp. 33-37.