aula-pollaio
loc. s.le f. (spreg. iron.) Aula scolastica nella quale è stipato un numero eccessivo di alunni.
• «[Franco Vazio] Mi accusa perché mi sono assunta responsabilità che lui non si è mai assunto, a cominciare dalla tutela dei lavoratori di Eco Albenga, e perché difendo gli studenti e non voglio creare ulteriori aule-pollaio, ora collocate principalmente nel plesso della Dante Alighieri. I cittadini non hanno più tempo da perdere con polemiche sterili e manovre interne al Pd mascherate come critiche alla giunta», contrattacca la zarina verde [Rosy Guarnieri]. (Stampa, 6 maggio 2011, Imperia, p. 68) • L’intervento più atteso è ovviamente quello di [Francesco] Profumo. […] Sapore di vecchio: «I banchi di fòrmica verde, le solite lavagne. Qualcosa non funziona, qualcosa si è perso per strada. Non solo fondi, la capacità di realizzare il progetto». Basta aule-pollaio, ora «centri civici con interazione continua». (Federica Fantozzi, Unità, 20 marzo 2012, p. 22, Primo Piano) • «Aumentano di 488 studenti le quindici scuole superiori statali in provincia ‒ Gianfranco Dall’Agnese con Beppe Mancaniello e Mario Bellomo mostrano gli organici di diritto 2014-2015 ‒. In tutto saranno 12 mila 391. E da parte nostra c’è un secco “no” alle “aule-pollaio”». (C[hiara] B[enotti], Messaggero Veneto, 26 giugno 2014, p. 20, Pordenone).
- Composto dal s. f. aula e dal s. m. pollaio.
- Già attestato nella Repubblica del 22 gennaio 2011, p. 23, Cronaca (Salvo Intravaia), nella variante grafica aula pollaio.
> classe pollaio.