SINDICI, Augusto
Poeta dialettale, nato l'8 marzo 1839 a Roma, ivi morto il 19 settembre 1921. Ufficiale di cavalleria, si distinse a Montebello nel 1859, e nel 1870, prima che avesse inizio l'attacco del generale Cadorna, penetrò in Roma travestito, radunando varî patrioti per un'eventuale azione in appoggio alle truppe italiane. Esordì come poeta dialettale con una raccolta di sonetti, Campagna Romana (Roma 1896).
Si era al tempo dell'opera umanitaria di G. Cena, e il S. volle far conoscere anche con i suoi versi il misero stato degli abitanti della Campagna Romana. Nel contrasto tra la vita pastorale e i tetri paesaggi pieni della memoria di fatti tragici divenuti leggendarî, egli seppe infondere un tono di serenità che forma il pregio maggiore dei suoi versi, nei quali tuttavia il dialetto rimane, con le sue inversioni di costrutto e i suoi atteggiamenti letterarî, piuttosto estrinseco all'ispirazione. Molti versi (leggende e descrizioni d'itinerarî) furono pubblicati a Roma tra il 1900 e il 1920 nella Nuova Antologia e raccolti successivamente in volumi, tra i quali si ricordano: Ore calde (sonetti, Roma 1906); Ottave in dialetto romanesco (Città di Castello 1906), Novelle e leggende (2ª ed., Roma 1909); Nuove rime (ivi 1912); Quattordici leggende della Campagna Romana narrate in 210 sonetti (1ª ed., Milano 1902; nuova ed., Roma 1920; ristampata in ediz. economica, ivi 1930) che formano la sua opera mi. gliore. Sono rimasti incompiuti alcuni Ricordi. Di scarso valore i suoi due libri in lingua letteraria: Gente alla moda (Napoli 1876) e L'ultimo peccato, versi (Roma 1897).
Bibl.: Ettore Veo, I poeti romaneschi, Roma 1927, p. 181 e seguenti (con bibliografia).