ROSTAGNI, Augusto
– Nacque il 17 settembre 1892 a Cuneo, da Luigi e da Eugenia Gabinio, fratello maggiore del fisico Antonio (v. la voce in questo Dizionario).
Studiò all’Università di Torino (compagno di corso di Antonio Gramsci), dove seguì lezioni e seminari di Gaetano De Sanctis e si laureò nel 1915 in letteratura greca con Angelo Taccone discutendo una tesi, poi pubblicata, sui Poeti alessandrini (Torino 1916; rist., Torino 1963, giudicata severamente da Giorgio Pasquali in Atene e Roma, XIX (1916), pp. 91-94; v. le repliche ibid., pp. 256-261; XX (1917), p. 48, e, sul rapporto tra i due, Mariotti, in Cinque studi..., 1972, pp. 77 s.; Gigante, in Augusto Rostagni..., 1992, pp. 23-43). Sulla produzione letteraria ellenistica tornò in seguito con numerosi contributi ed è significativo l’interesse per una fase considerata non classica della cultura greca.
Dopo un anno di perfezionamento a Roma, cominciò l’attività come supplente di materie letterarie nelle scuole, divenendo titolare nel 1920 nel ginnasio inferiore di Bra (Cuneo), dove rimase fino al dicembre 1923, quando ottenne il comando per l’insegnamento di letteratura greca presso l’Università di Messina.
Nel 1923 De Sanctis lo volle con sé come condirettore della Rivista di filologia e di istruzione classica, di cui rimase direttore unico dalla scomparsa di De Sanctis nel 1957 fino alla morte, impegnandosi costantemente nella valutazione della bibliografia classica contemporanea e assumendo un ruolo via via sempre più importante nella gestione della rivista, in particolare dalla seconda metà degli anni Trenta (Momigliano, 1971, p. 7).
Nel ricordo del maestro scomparso rivendicò l’ispirazione idealistica del programma di identificazione della filologia con la storia svolto assieme a De Sanctis negli oltre trent’anni di direzione (Rivista di filologia e di istruzione classica, LXXXV (1957), p. 115; sulla sua direzione v. E. Gabba, Il secondo cinquantennio della “Rivista di filologia e di istruzione classica”, ibid., C (1972), pp. 442-488, poi in Id., Cultura classica e storiografia moderna, Bologna 1995, pp. 237-286: Rostagni rappresentò, quantomeno nella fase iniziale della condirezione, «il momento teorico», p. 455). Il rapporto con De Sanctis fu molto stretto (v. in partic. Momigliano, 1971), come testimoniano, fra l’altro, l’ampio carteggio conservato presso la sede della Enciclopedia Italiana (cfr. Fondo Gaetano De Sanctis (1890-1956). Inventario, a cura di M.R. Precone, Roma 2007, pp. 10-12, 151-159) e la stesura di diverse voci classiche dell’Enciclopedia Italiana (tra cui Apollonio Rodio, 1929; Callimaco di Cirene, 1930; Grecia, Letteratura, 1933; Pindaro, 1935, con Ferdinando Neri; Virgilio, 1937, con Salvatore Battaglia).
Nel 1924 ottenne la libera docenza in letteratura greca presso l’Università di Torino. Professore straordinario di letteratura greca a Cagliari (gennaio-ottobre 1925), Padova (1925-26), Bologna (1926-28, a seguito della morte di Vittorio Puntoni), venne chiamato il 1° novembre 1928 nell’Università di Torino come professore ordinario di letterature e lingue classiche comparate (quella che era la cattedra di grammatica greca e latina). Dall’anno accademico 1930-31, a seguito della morte di Ettore Stampini, passò a insegnare letteratura e lingua (poi solo letteratura) latina, dedicandosi sempre più sul piano della ricerca all’ambito letterario latino, ma mantenendo sempre vivo l’interesse per il greco, tanto che dal 1936-37 al 1955-56 ebbe anche l’incarico dell’insegnamento di filologia greco-latina.
Rostagni respinse l’interpretazione retorico-umanistica dell’antico, ancora ben presente nella cultura classica italiana della prima metà del Novecento – anche nell’ambiente della sua formazione –, nel nome di una visione storicistica di ascendenza wilamowitziana (La Penna, 1968, p. 61), dinamica e relativa, con l’intenzione di comprendere e recuperare i veri valori estetici degli antichi ravvivandone la fruizione.
Vide nella letteratura latina una maggiore modernità rispetto alla greca, con un progressivo passaggio dall’oggettività espressa dal mito alla soggettività lirica e autobiografica che varcava i limiti rappresentati dai generi letterari: si vedano in particolare le sue quattro prolusioni universitarie, di chiaro intento programmatico: Per la storia della letteratura greca (1925), Letteratura classica senza classicismo (1925), Poesia ed estetica classica (1926), Genio greco e genio romano nella poesia (1928), poi riunite in Classicità e spirito moderno (Torino 1939).
Nella sua intenzione di fusione di filologia e storia si avverte chiaramente anche l’influsso di Benedetto Croce e dell’idealismo (Alfonsi, in Cinque studi, 1972, pp. 27-44; Ciaffi, 1978; G. Garbarino, Croce e Rostagni, in Croce in Piemonte, a cura di C. Allasia, Napoli 2006, pp. 159-180), con una decisa avversione per il filologismo (così egli stesso nel curriculum presentato nel 1955 ai Lincei) e la «filolologia materialistica» (Classicità e spirito moderno, cit., pp. 12 s., 30 s.), con toni talvolta romagnoliani. Si tenne lontano dal culto del documento difendendo comunque spesso con forza i dati tradizionali, anche come reazione alla tendenza storiografica ipercritica.
Non così nel caso dell’Ibis ovidiano, di cui Rostagni contestò l’interpretazione più aderente alle notizie antiche in Ibis. Storia di un poemetto greco (Firenze 1920), un libro piuttosto discusso (cfr. A.E. Housman, in Classical Review, XXV (1921), pp. 67 s. – con la risposta in Rivista di filologia e di istruzione classica, L (1922), pp. 76-80 –, e G. Perrotta, in Studi italiani di filologia classica, n.s., IV (1926), pp. 140 ss.).
Costante fu l’interesse per le ampie ricostruzioni, di ambienti e personalità, con una vocazione di storico della letteratura e di storico vero e proprio. Il Giuliano l’Apostata (Torino 1920) è nato infatti da un’esigenza storica e si è «risolto nel problema letterario» (sul libro v. Il “Giuliano l’Apostata” di Augusto Rostagni, Atti dell’Incontro di studio..., Muzzano... 1981, a cura di I. Lana, Torino 1983). Da segnalare in questo senso i lavori di storia delle religioni (Il poema sacro di Empedocle, in Rivista di filologia e di istruzione classica, LI (1923), pp. 1-39, che inaugura la nuova serie della rivista) e sul pitagorismo (già nei primi scritti del 1914, in Scritti minori, II, 1, Torino 1956, pp. 3-50), culminati in Il verbo di Pitagora (Torino 1924; rist. Genova 1982 e Forlì 2005).
Importanti furono i suoi contributi per la storia della estetica antica: oltre alle edizioni commentate della Poetica di Aristotele (Torino 1927, 19452), dell’Ars poetica di Orazio (Torino 1930 e numerose ristampe fino al 1994), del Sublime (Milano 1947; rist. 1982), a lui si devono molti studi riguardo dottrine e opere antiche, in particolare quella peripatetica (Aristotele e aristotelismo nella storia dell’estetica antica. Origini, significato, svolgimento della “Poetica” (1922), in Scritti minori, I, Torino 1955, pp. 76-237; Un nuovo capitolo nella storia della retorica e della sofistica (1922), ibid., pp. 1-59; Filodemo contro l’estetica classica (1923-1924), ibid., pp. 394-443; Il dialogo aristotelico περὶ ποιητῶν (1926-1927), ibid., pp. 255-326; Il “Sublime” nella storia dell’estetica antica (1933), ibid., pp. 447-518). In questa stessa direzione vanno le ricerche sulle biografie svetoniane dei poeti (Svetonio “De poetis” e biografi minori. Restituzione e commento, Torino 1944, 19562; ma avversato da E. Paratore, Una nuova ricostruzione del ‘De poetis’ di Suetonio, Roma 1946, Bari 19502, Urbino 20073).
Mirano a ricostruire complessivamente le personalità poetiche sia il Virgilio Minore. Saggio sullo svolgimento della poesia virgiliana (Torino 1933, Roma 19612), che rivendicava l’autenticità virgiliana di alcuni dei carmi della Appendix vergiliana, fortemente contestato (v. P. Treves, Rostagni, Augusto, in Enciclopedia virgiliana, IV, Roma 1988, pp. 583 s.), sia l’Orazio (Roma 1937; rist. Venosa 1988, 1991 e 1994; sui suoi studi oraziani G. Garbarino, Rostagni, Augusto, in Enciclopedia oraziana, III, Roma 1998, pp. 458 s.), libri alieni dalle forzature celebrative tipiche del periodo.
Costruite su queste basi, furono quindi fortunate le sue storie letterarie nate per la scuola e l’università: Storia della letteratura greca (Milano 1934; poi Lineamenti di storia della letteratura greca, Milano 197225) e Storia della letteratura latina (Milano 1936; poi Lineamenti di storia della letteratura latina, Milano 196629, ed. riv. da L. Perelli, Milano 1967), sviluppata anche in una versione più ampia (La letteratura di Roma repubblicana ed augustea, Bologna 1939; Storia della letteratura latina, I-II, Torino 1949-1952, 1963-19643; rist., a cura di I. Lana, 1983). Alla Scuola dedicò anche edizioni commentate (libri 1-6 dell’Eneide, Milano 1940-1942, 19669; Seneca, Apokolokyntosis, Torino 1944; l’opera completa di Orazio, Torino 1948) e con antologie di autori greci e latini. Diresse la collana di Testi greci e latini presso Chiantore, dei Classici latini presso UTET e negli ultimi anni collaborò con il Corriere della sera.
Fu membro dell’Accademia delle Scienze di Torino (socio nazionale residente dal 1931, presidente dal 1961) e dei Lincei (socio corrispondente dal 1947, nazionale dal 1954), socio delle Accademie delle Scienze dell’Istituto di Bologna (dal 1926), Virgiliana di Mantova (dal 1932), Peloritana di Messina (dal 1941); membro corrispondente dell’Accademia di scienze e lettere di Montpellier (dal 1961), presidente della commissione nazionale per le Inscriptiones Italiae (dal 1947), membro della commissione per la preparazione dell’edizione nazionale dei classici greci e latini (dal 1947), del consiglio direttivo dell’Istituto italiano per la storia antica (dal 1952), della commissione internazionale del Thesaurus Linguae Latinae (dal 1953), del consiglio scientifico dell’Istituto della Enciclopedia Italiana (dal 1954) e del Centro ciceroniano. Fu insignito con la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte (1959) e nominato commendatore al merito della Repubblica italiana.
Morì a Muzzano Biellese il 21 agosto 1961.
Al momento della morte era preside della facoltà di lettere e filosofia e membro del consiglio superiore della Pubblica Istruzione. Nel 1932 aveva sposato Teresa Ghione, da cui ebbe il figlio Luigi.
Formò un’importante schiera di classicisti (tra i suoi allievi si contano Carlo Gallavotti, Francesco Della Corte, Italo Lana, suo successore a Torino, Leonardo Ferrero, Vincenzo Ciaffi, Luciano Perelli). La sua biblioteca privata è confluita in quella della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Torino (Atene e Roma, n.s., XXXII (1987), pp. 167-170; poi Augusto Rostagni a cento anni dalla nascita, a cura di I. Lana, Torino 1992, pp. 140-144), ora biblioteca Arturo Graf del dipartimento di studi umanistici.
Opere. Gli scritti sparsi più importanti sono riuniti in Scritti minori, I-II, Torino 1955-1956. Si vedano, inoltre, le bibliografie curate da I. Lana rispettivamente in: Scritti minori, I, Torino 1955, pp. XIII-LI; Atti dell’Accademia delle scienze di Torino, XCVI (1961-1962), pp. 179-185; Miscellanea di studi alessandrini..., 1963, pp. XIII-XVIII.
Fonti e Bibl.: Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Archivio, Tit. IV, b. 28, f. R. A.; Archivio centrale dello Stato, Pubblica Istruzione, Dir. gen. Istruzione universitaria, professori universitari, 3ª serie (1940-1970), b. 408, f. R. A.; Torino, Archivio storico dell’Università, f. A. R.
A. Rostagni, Gli studi di letteratura greca, in Cinquant’anni di vita intellettuale italiana. 1896-1946. Scritti in onore di Benedetto Croce…, a cura di C. Antoni - R. Mattioli, I, Napoli 1950, pp. 444 s., 450 s.; L. Alfonsi, Ricordo di A. R., in Aevum, XXXV (1961), pp. 551-553; E. Franceschini, A. R. Commemorazione…, Roma 1961; I. Lana, Ricordo di A. R., in Rivista di filologia e di istruzione classica, LXXXIX (1961), pp. 345-358; L. Ferrero, A. R., in Atene e Roma, n.s., VII (1962), pp. 77-86; I. Lana, A. R., in Gnomon, XXXIV (1962), pp. 636-638; Id., A. R., in Memorie dell’Accademia delle scienze di Torino, classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. 4, 1962, n. 3; Miscellanea di studi alessandrini in memoria di A. R., Torino 1963; A. La Penna, A. R., in Critica storica, VII (1968), 1, pp. 58-92; A. Momigliano, Gaetano De Sanctis e A. R., in Annali della Scuola normale superiore di Pisa, classe di lettere e filosofia, s. 3, I (1971), pp. 1-16 (poi in Cinque studi, 1972, pp. 13-26, e in A. Momigliano, Quinto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico, I, Roma 1975, pp. 187-201); In memoria di A. R. Atti del Convegno… 1971, Torino 1971; G. Nenci, A. R. e Leonardo Ferrero filologi classici cuneesi, in Bollettino della Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della Provincia di Cuneo, LXVI (1972), 1, pp. 69-73; Cinque studi su A. R., Torino 1972 (in partic. L. Alfonsi, R. e Benedetto Croce, pp. 27-44; S. Mariotti, La personalità filologica del R., pp. 75-84, poi in Id., Scritti di filologia classica, Roma 2000, pp. 643-652); V. Ciaffi, Classicità e «spirito moderno» nell’opera di A. R. (1962), in Id., Scritti inediti o rari, Torino 1978, pp. 135-146; A. Maddalena, Ricordo di A. R. (1971), in Rivista di filologia e di istruzione classica, CXI (1983), pp. 246-249; E. Degani, La filologia greca nel secolo XX, in La filologia greca e latina nel secolo XX. Atti del Congresso internazionale…, Roma… 1984, II, Pisa 1989, pp. 1113-1116; A. R. a cento anni dalla nascita, a cura di I. Lana, Torino 1992 (in partic. M. Gigante, A. R., filologo classico, pp. 19-63); G.F. Gianotti, Studi classici e libertà: A. R. e Leonardo Ferrero, in Sileno, XXXIX (2013), pp. 205-232.