Monterroso, Augusto
Scrittore guatemalteco, nato a Tegucigalpa (Honduras) il 21 dicembre 1921 e morto a Città di Messico l'8 febbraio 2003. Dopo un'infanzia e un'adolescenza trascorse tra il Guatemala e l'Honduras, adottò la nazionalità guatemalteca. Oppositore della dittatura di J. Ubico, nel 1944 si trasferì a Città di Messico. Durante il governo di J. Arbenz fu console del Guatemala in Bolivia, ma, a seguito della politica ostile degli Stati Uniti che provocò la caduta di Arbenz, rinunciò alla carica e visse per due anni in Cile. Nel 1956 tornò definitivamente in Messico. Oltre a numerosi premi letterari latino-americani, nel 2000 ha ricevuto il Premio Príncipe de Asturias de las Letras. I suoi primi racconti, El concierto e El eclipse, apparvero nel 1952; nel 1956 il giornale cileno El siglo pubblicò Mr Taylor, ironica cronaca della presenza nordamericana in Bolivia.
La prima raccolta di racconti, dal paradossale titolo di Obras completas (y otros cuentos) (1959; trad. it. 1992), mostra già l'inclinazione di M. per la narrazione breve e contiene il celebre El dinosaurio, racconto di un solo rigo, condensato di concisione ed ellitticità. Nelle sue opere, uno sguardo ironico mette in luce gli aspetti comici della realtà, ma, per M., questo sorriso triste, più che umorismo, è una forma estrema di realismo che svela il risvolto amaro della vita e spinge a solidarizzare con le debolezze umane, senza nessuna intenzione fustigatrice e senza l'illusione di poter trasformare l'uomo. In La oveja negra y demás fábulas (1969; trad. it. 1980) la forma del microracconto si coniuga con lo stile della favola classica, in cui agli animali sono attribuite caratteristiche degli esseri umani; ancor più allegorici e universali, meno legati a contingenze storiche o politiche, sono i racconti di Movimiento perpetuo (1972; trad. it. 1993).
Le micronarrazioni di M. (Cuentos y fábulas, 1986; Sinfonía concluida y otros cuentos, 1994) mescolano e condensano distinte forme letterarie: il saggio, l'aforisma, il proverbio, la poesia, ma anche la cronaca o la nota giornalistica. Il carattere ibrido della scrittura, l'economia e l'intensità espressive, la ricchezza allusiva della sua prosa ellittica pretendono un lettore attivo, disposto a completare e ricreare il racconto. Il frammentarismo s'impone anche nella fittizia biografia Lo demás es silencio: la vida y la obra de Eduardo Torres, romanzo-collage del 1978 (trad. it. 1992), acuto gioco intertestuale che rimanda al Don Quijote e alla critica cervantina.
La tendenza a superare i confini tra i generi letterari è evidente anche nel resto della sua produzione, nel segno di una scrittura sempre estremamente lavorata, depurata, quasi epigrammatica, lieve ma sapida, densa com'è di allusioni (M. de Cervantes, J. Swift, F. Kafka, J.L. Borges, tra gli altri), di erudizione e di giochi linguistici e intertestuali. Impronta saggistica e tratti autobiografici emergono da Viaje al centro de la fábula (1981, serie di interviste e conversazioni con scrittori e critici), da La vaca (1998) e da Pájaros de Hispanoamérica (2002), in cui discorre con ironia e sapienza degli autori antichi e contemporanei più amati. Prossimo al genere del diario e incline alla confessione è La letra e (Fragmentos de un diario) (1987), mentre un'insolita autobiografia, incentrata solo sui primi quindici anni della sua vita, si rivela Los buscadores de oro (1993; trad. it. 1995), in cui ricostruisce l'atmosfera bohémienne che ha circondato la sua infanzia, gli ambienti letterari e politici in cui si muovevano i suoi familiari.
Alla seconda parte dell'autobiografia (Literatura y vida, 2003), sui successivi sette anni, stava lavorando prima di morire. La palabra mágica (1983; trad. it. 2001) raccoglie i suoi disegni, nati per caso. Nel 1992, infine, pubblicò con la moglie, la scrittrice messicana B. Jacobs, l'Antología del cuento triste.
bibliografia
B. Jacobs, Vida con mi amigo, Madrid 1994.
F. Jiménez Noguerol, La trampa en la sonrisa: sátira en la narrativa de Augusto Monterroso, Sevilla 2000.
L. Zavala, El dinosaurio anotado. Edición crítica de "El dinosaurio" de Augusto Monterroso, México 2002.