FAVALLI, Augusto
Nacque a Milano il 5 ott. 1912 da Vittorio., che due anni dopo si trasferì a Roma portando con sé la famiglia, e da Luigia Trovati. Nella capitale il F. compì gli studi regolari e apprese i primi rudimenti di disegno dal padre, che lavorava come disegnatore per la ditta Monti. Alla fine degli anni Venti studiò presso il Museo artistico industriale di Roma dove conobbe lo scultore marchigiano E. Mannucci e il pittore F. Gentilini, artisti con i quali rimase in contatto anche nel secondo dopoguerra.
Già in questi anni incontrò gli esponenti romani dell'avanguardia futurista, movimento al quale il F. aderì, sia come pittore sia come grafico, sino alla fine degli anni Trenta. Di tale produzione non rimangono però che pochi esemplari avendo l'artista stesso provveduto a distruggerne la maggior parte dopo il 1946.
Nel 1931 a Roma fu uno dei sei fondatori del gruppo dei futursimultanisti. Gli erano accanto D. Belli, B. Tano, gli scultori A. Innocenzì e G. Tomassetti, oltre al poeta G. E. Mattia, che sulla rivista futurista Oggi e domani (12 ott. 1931) così presentava la nuova formazione romana: "... I futursimultanisti ... partecipano a tutte le battaglie iniziate dal comandante F. T. Marinetti. La denominazione di futursimultanisti è sbocciata dall'idea che la "novità" futurista debba essere basata assolutamente sulla simultaneità di sensazioni ispiratrici e non sul ricamo sia pure suggestivo di tante diverse maniere d'Oltralpe spacciate per futurismo" (cfr. Baccarini, 1989, p. 449). Punto di riferimento del gruppo romano, e più in generale di tutti i futuristi italiani, era F. T. Marinetti, che nel giugno dello stesso anno i futursimultanisti difesero dalle critiche del pubblico che assistette alla messa in scena, al teatro Argentina, dello spettacolo Simultanina. Sempre nel 1931 i futursimultanisti organizzarono a Roma serate di poesia e pittura futurista, tra le quali quella tenutasi il 3 dicembre nei locali dell'Associazione pugliese, dove il F. presentò alcuni non meglio identificati dipinti di aeropittura. Con un breve testo in catalogo dedicato all'"Aeropittura futurista", Marinetti presentò i futursimultanisti alla III Mostra del Sindacato regionale fascista belle arti del Lazio, che si tenne nel marzo-aprile del 1932 al palazzo delle Esposizioni di Roma. Essi esposero nella sala XII presentando due-tre opere ciascuno - il F. partecipò con Il cavaliere della carlinga, Nascita di un aeroplanino, Intervista con il motore (nn. 22-24, p. 47) - accanto a quelle di aeropittori più celebri e navigati quali Tato ([Guglielmo Sansoni] a cui fu dedicata una personale), G. Balla e G. Dottori.
Quest'ultimo intervenne in seguito, sulle riviste legate al movimento di Marinetti, recensendo le mostre cui parteciparono i futursimultanisti: sulle pagine de L'Impero (9 luglio 1932) scrisse riguardo alla I Mostra d'arte dei giovani fascisti tenutasi all'inizio dell'estate nell'Aranciera di villa Umberto; sulle colonne di Futurismo (3 genn. 1933) recensì la mostra inauguratasi il 20dic. 1932alla galleria Bragaglia fuori commercio dove erano state esposte opere del F., di Tano e Belli. Con quest'ultimo il F. nello stesso '32 aveva collaborato alla decorazione murale del ristorante Grotte del gallinaccio e della sede del Fascio giovanile Macao in piazza Esedra; l'anno successivo i due realizzeranno la nuova sede dei giovani fascisti di Trevi-Colonna.
In una sorta di consuntivo apparso su Futurismo (n. 14, 11 dic. 1932) i sei artisti annunciarono la trasformazione del Blocco futursimultanista in Gruppo futurista romano.
"Dall'esperienza fortemente solidaristica e 'collettivistica' ... si passa così a quella del Gruppo futurista romano, poco più di una sigla dentro la quale si riunivano varie tendenze e specifiche individualità" (Baccarini, 1989, p. 452). Sebbene confluiti in una più larga, e generica, formazione di futuristi romani, i futurisimultanisti rimasero in stretto contatto fra loro. Nel gennaio 1933 il F., Belli e Tano parteciparono a Firenze alla Mostra d'arte futurista allestita presso la Galleria Ferroni ("Belli, Favalli, Tano ed altri - recensisce G. Dottori su Futurismo, n. 20, 22 genn. 1933, p. i - son tutti in cielo lanciatisi arditamente per afferrare e dar forma plastica ai fantasmi che popolano il cosmo"); in aprile organizzarono alla Bragaglia fuori commercio una "Mostra di tavole futuriste", esponendovi loro stessi, e parteciparono a Firenze alla I Mostra del Sindacato nazionale fascista di belle arti esponendo nella sezione, ordinata da A. G. Bragaglia, dedicata alla scenografia; in giugno, infine, il F. prese parte all'"omaggio futurista a Boccioni", mostra organizzata dalla galleria Pesaro di Milano, presentando i coevi dipinti Sensazioni di volo e Paesaggio bonificato (cfr. Baccarini, 1989, tav. p. 456, fig. H/18 p. 475). Le due opere, tra le poche pervenuteci, dimostrano il F. partecipe del versante "spaziale" o "cosmico" dell'aereopittura (Manifesto dell'aeropittura futurista, pubblicato da F. T. Marinetti, in La Gazzetta del Popolo, 22 sett. 1929); diverso, in questo, dalla visione descrittiva del volo proposta, tra gli altri, dall'amico Tano e attento piuttosto, con Belli, all'ipotesi di "idealismo cosmico" portata avanti da E. Prampolini, figura trainante del futurismo romano degli anni Trenta.
Con Avventura cosmica, Paesaggio fascista e Cavaliere dello spazio, il F. prese parte nell'ottobre del '33 alla grande I Mostra nazionale d'arte futurista che si tenne a Roma in piazza Adriana (cfr. Catalogo degli artisti e delle opere esposte nel primo turno, in Futurismo, n. 57, 29 dic. 1933, pp. 2, 4), ma non mancò di essere critico verso il taglio quantitativo più che qualitativo dato dai curatori della mostra. In un articolo apparso su Conquista (15 nov. 1933) scrisse infatti: "Così come nelle mostre novecento le mele sul giornale, le donne allo specchio e i pescivendoli ricci ne sono i motivi insostituibili, dinamismi e linee di forza, compenetrazioni e sensualità meccaniche fanno le spese di questa esposizione" (riportato da Baccarini, 1989, p. 453). Nello stesso anno aveva pubblicato sul n. 32 di Futurismo una tavola parolibera sul tema del volo (Caruso-Martini, 1977, p. 288).
Nell'ottobre del 1934 partecipò a Napoli alla II Mostra internazionale d'arte coloniale presentando le aereopitture Corriere del Sud, Volo di ricognizione sul deserto, Volo di rappresaglia, Una strada (sala XXIV, p. 182). Sempre con Belli e Tano l'anno dopo prese parte alla II Quadriennale di Roma esponendo i dipinti Aeropittura e Passaggio sulla base (sala XXXVI, nn. 3-4, p. 141).
Nel 1936 firmò il manifesto della plastica murale, redatto nel 1934, ripubblicato in occasione della II Mostra nazionale di plastica murale per l'edilizia fascista in Italia e in Africa che si tenne in ottobre ai Mercati Traianei di Roma. Nello stesso anno si trasferì a Milano per impiegarsi, come disegnatore, presso la ditta Monti dove aveva lavorato il padre. Nella città lombarda entrò in contatto con i futuristi milanesi e in particolare con C. Andreoni, anch'egli soprattutto grafico, che due anni dopo fu testimone alle nozze del F. con Margherita Spinelli. Nel nov. 1937 partecipò a Roma alla Mostra di aeropitture futuriste allestita presso il dopolavoro aeronautico di piazza Esedra e, nel febbraio del 1938, espose alla galleria del Milione di Milano nella mostra "Gli aeropittori futuristi". Alla mostra parteciparono anche Belli (i due l'anno prima avevano firmato e progettato il manifesto per la Sindacale nazionale di Napoli) e C. Andreoni. Con quest'ultimo il F. esporrà in estate a Venezia, nella sezione Futuristi aeropittori d'Africa e Spagna curata da Marinetti per la XXI Esposizione biennale internazionale d'arte di Venezia (sale 41-43, opera n. 37: Il muro).
Nel gennaio 1939 prese parte a Cagliari alla mostra organizzata dagli aeropittori veneti del gruppo Savarè. In febbraio espose alla III Quadriennale naz. d'arte di Roma i dipinti Volante oltre le nubi e Aeropittura di alta quota (p. 195, nn. 55 s.); nello stesso anno lasciò Milano per stabilirsi definitivamente a Roma. Nel dicembre del 1940 ricevette la chiamata alle armi e fu inviato, col grado di tenente, in Albania e combattè nel fronte greco. Catturato successivamente dagli Alleati, fu prigioniero prima a Creta e poi, dal 1944, a Nuova Delhi, dove fu impiegato come grafico per una ditta statunitense.
Rimpatriato a Roma nel giugno del 1946, il F. aprì uno studio di grafica pubblicitaria in via Margutta, abbandonando quasi completamente l'attività pittorica. Nello stesso anno realizzò la grafica del manifesto del film Mio figlio professore di R. Castellani e iniziò così un'intensa collaborazione con la casa di produzione Lux Film, chiamando a illustrare i manifesti da lui progettati artisti quali R. Guttuso e D. Purificato, rispettivamente per i film Riso amaro (1948) e Non c'è pace tra gli ulivi (1949). Nel 1958 l'ormai ben avviato Studio Favalli di grafica si trasferì nella nuova e ampia sede di piazza Metronia.
Il F. morì a Roma il 15 apr. 1969.
Fonti e Bibl.: Tavole parolibere futuriste (1912-1944), a cura di L. Caruso-S. M. Martini, Napoli 1977, II, p. 288; A. C. Toni, Futuristi nelle Marche, Roma 1982, pp. 13, 45, 48, 51, 55, 76; C. Salaris, Futurismo e pubblicità, Milano 1986, pp. 96, 153; E. Crispolti, Storia e critica del futurismo, Roma-Bari 1987, pp. 304, 306, 363; A. Farassino T. Sanguineti, Lux Film. Esthétique et système d'un studio italien, Locarno 1988, p. 38; G. Fanelli-E. Godoli, Il futurismo e la grafica, Milano 1988, pp. 146, 189; D. Baccarini, Dal futursimultanismo al gruppo futurista romano, in Casa Balla e il futurismo a Roma (catal.), a cura di E. Crispolti, Roma 1989, pp. 449-454, 456, 475 s.; E. Crispolti, La pittura del primo Novecento a Roma (1900-1945), in La pittura in Italia. Il Novecento/1, Milano 1991, I, pp. 510-514; R. Gavarro, ibid., II, p. 882; Futuristi in Polesine, catal., a cura di D. Barillari-E. Godoli-C. Rebeschini, Padova-Rovigo 1992, p. 76.