ANFOSSI, Augusto
Ufficiale piemontese, nato a Nizza nel 1812. Prese parte alla cospirazione del 1831, repressa facilmente dal governo sardo, e dovette esulare in Francia. Poiché la monarchia di luglio, consolidandosi, aveva deluso le speranze del partito d'azione, l'Anfossi, non scorgendo alcuna prospettiva di battersi per l'indipendenza italiana, seguì l'impulso del suo spirito amante d'avventure e si arruolò nell'esercito egiziano che al comando del principe ereditario Ibrāhīm pascià, aveva occupato la Siria e avanzava contro Costantinopoli. Vi raggiunse il grado di colonnello; poi, arrestata dalle grandi Potenze la marcia degli Egiziani, si stabilì a Smirne, dedicandosi al commercio. Allorché fu raggiunto in Asia Minore dalle notizie delle riforme di Pio IX e di Carlo Alberto, decise di rimpatriare. Era da pochi giorni a Milano, quando scoppiarono i moti del 18 marzo 1848. Per l'esperienza militare di cui aveva dato prova, all'A. fu affidato il comando delle prime pattuglie scese in piazza all'inizio della lotta contro le truppe austriache. Ebbe come aiutante Giuseppe Torelli e si prodigò nell'ordinare quelle improvvisate milizie contro le colonne di soldati regolari austriaci che percorrevano la città e presidiavano nell'interno di essa alcuni edifici governativi. Fra questi era il Palazzo del Genio, di fronte al Monte di Pietà. Nella mattina della quarta giornata (21 marzo 1848) l'A., con un pugno di uomini, fra i quali si segnalava il giovane Manfredo Camperio, e con un piccolo cannone, accerchiò il palazzo, dirigendo la fucileria degl'insorti dalle case circostanti. Poiché il combattimento si svolgeva quasi allo scoperto e a pochi metri di distanza, l'A. fu subito ferito; ma volle riprendere la direzione dell'attacco e cadde ucciso poco prima che il presidio austriaco fosse costretto alla resa.
Bibl.: A. Mauri, Scritti biogrfici, Firenze 1878; M. Camperio, Autobiografia, Milano 1917.