AGLEBERT, Augusto
Nato a Bologna il 24 sett. 1810, era fratello, per parte di madre, di C. Berti Pichat.
Con quasi assoluta certezza va identificato con quell'A. A. che recitò fra il 1829 ed il 1832 nelle compagnie drammatiche Bergamaschi e Ghirlanda, sostenendo i ruoli di "generico dignitoso" e di "tiranno", e che nel 1843 fece rappresentare a Torino dalla Reale compagnia sarda una sua commedia dal titolo Di male in peggio, rimasta inedita.
Non è sicuro che l'A. abbia partecipato ai moti del 1831; certo non ne soffrì conseguenze. Abbandonata la vita teatrale, l'A. fra il 1840 ed il 1847 collaborò ad alcuni periodici bolognesi, quali l'Istitutore, il Solerte (1838-1841), il Povero (1846-48) ed il Felsineo, settimanale d'agraria e di economia, cui cercò di dare un indirizzo liberale. Nel 1847, rotti i rapporti con i più conservatori redattori di quel foglio, l'A. ed il Berti Pichat diedero vita ad un bisettimanale, L'Italiano, che ebbe breve durata (24 febbr. 1847-29 apr. 1849).
Intanto l'A. aveva preso parte al fallito tentativo insurrezionale di Savigno (agosto 1843). Successivamente, quando il cardinale L. Amat di San Filippo assunse la carica di legato di Bologna (3 genn. 1847) l'A., che aveva pubblicamente espresso la sua soddisfazione per la scelta effettuata dal pontefice, fu fatto capitano della Guardia civica. Il 19 marzo 1848 l'A. ottenne dal cardinal legato il permesso di recarsi a Modena con un gruppo di guardie civiche e di cittadini per consegnare al duca Francesco V, poco prima che fuggisse dalla città senza tentare resistenza (21 marzo 1848), un messaggio del cardinale stesso. In tale occasione appoggiò i patrioti modenesi, recandosi in seguito a Reggio ed a Parma "a far l'agitatore", come disse egli stesso (A. Dallolio, p. 13). Nella prima quindicina d'aprile, col grado di capitano di Stato maggiore e le funzioni di commissario dell'esercito pontificio, l'A. fu inviato a Venezia dal generale G. Durando, perché concordasse con il governo della Repubblica veneta le modalità per lo stanziamento e l'approvvigionamento delle truppe pontificie. Dopo la sconfitta di Vicenza (10 giugno 1848), l'A. ebbe la carica di intendente generale. Rimase a Venezia sino al dicembre 1848, quando le truppe pontificie furono richiamate in patria. L'anno seguente, insieme con il fratellastro Berti Pichat, partecipò alla difesa di Roma; caduta la Repubblica, si rifugiò in Piemonte.
Tornò a Bologna dopo la liberazione della città (12 giugno 1859); nel 1860 entrò a far parte del Comitato di provvedimento per Garibaldi, creato per finanziare la spedizione dei Mille. Ebbe infine l'incarico di ispettore della Biblioteca dell'Archiginnasio, ove trascorse l'ultima parte della sua vita preparando le Memorie rimaste inedite (ora nel Museo del Risorgimento di Bologna) e dedicandosi a studi storici di vario argomento.
Pubblicò: I primi martiri della libertà italiana e l'origine della bandiera tricolore, Bologna 1862; Della polizia in Inghilterra, in Francia e in Italia. Frammenti, Bologna 1868; Del Collegio di Spagna e dei diritti della città di Bologna, Bologna 1881.
L'A. morì a Bologna il 25 marzo 1882.
Fonti e Bibl.: Le cospirazioni di Romagna e Bologna nelle memorie di F. Comandini, Bologna 1899, pp. 40, 619; A. Dallolio, La difesa di Venezia nel 1848 nei carteggi di C. Berti Pichat e di A. A., Bologna 1920, passim; G. Costetti, La Compagnia reale sarda..., Milano 1893, pp. 147, 150; L. Rasi, I comici italiani, I, Firenze 1897, pp. 10 ss.