WALRAS, Auguste
Economista, nato a Montpellier il 1° febbraio 1801, morto a Pau il 18 aprile 1866.
Va ricordato, non soltanto per aver guidato negli studî economici il figlio Léon, ma anche per l'atteggiamento critico che assunse verso le teorie classiche del valore, alle quali oppose la sua teoria della rarità, cioè dell'utilità e della limitazione dei beni per durata o quantità o solo per quantità, come "causa" del valore. E va ricordato soprattutto per la novità di alcune idee sulle quali ebbe ad insistere. Egli pensò infatti a un'economia intesa come scienza pura, paragonabile alle scienze naturali e giunse ad accennare a un'economia matematica, sebbene in senso puramente aritmetico. Definì vagamente la rarità come un rapporto fra la somma dei beni limitati e la somma dei bisogni che ne reclamano il godimento, ma indicò l'analogia con la velocità, separò l'utilità economica dall'utilità morale, vide che l'utilità non è una grandezza misurabile in modo rigoroso. E attraverso al figlio legò alla scienza economica termini e definizioni che, meglio precisati dal figlio stesso, restano tuttora. Le sue opere principali sono: De la nature de la richesse et de l'origine de la valeur (Parigi 1831; è annunciata una nuova edizione nella Collection des principaux économistes, Parigi) e Théorie de la richesse sociale ou Résumé des principes fondamentaux de l'économie politique (ivi 1849).
Bibl.: L. M. Leroy, A. W., économiste, Parigi 1923.