GRATRY, Auguste-Alphonse
Nacque a Lilla il 30 marzo 1805. Con il Pététot nel 1852 fece rivivere l'Oratorio di Francia, dal quale uscì nel 1862 per separarsene definitivamente nel 1867. Nominato professore di morale alla Sorbona nel 1863, veniva nel 1867 eletto all'Accademia. Dopo essere sempre stato ligio all'autorità papale, improvvisamente nel 1870 si mostrò gallicano, e con quattro lettere rimaste famose impugnò l'infallibilità pontificia, di cui si stava preparando la definizione nel Concilio vaticano, ma che poi accettò definita. Come filosofo si distinse più nel campo morale che nel metafisico, ove si avvicina all'ontologismo, benché protesti di avversarlo. Morì il 7 febbraio 1872, in seguito a un'operazione chirurgica.
Scritti: Dei suoi libri il più celebre è Les sources. Conseils pour lo conduite de l'esprit (1ª ed., Parigi 1862, e ristampe); da ricordare ancora: De la connaissance de Dieu (voll. 2, Parigi 1853); La Logique (2 voll., Parigi 1859); De la connaissance de l'âme (voll. 2, Parigi 1859); La paix, méditations historiques et religieuses (Parigi 1861); La philosophie du Credo (1861; 4ª ed., 1902); Commentaire sur l'évang. de Saint Matthieu (Parigi 1863-65); La morale et la loi de l'histoire (Parigi 1868; 2ª ed., 1871); postumi: Souvenirs de ma jeunesse (1874; 6ª ed., 1902), e Méditations inédites (1874).
Bibl.: A. Perraud, Le Père G., sa vie et ses oeuvres, Parigi 1900; A. Chauvin, Le Père G., ecc., 2ª ed., Parigi 1911; A. Autin, Le Père G., essai de biographie psychologique, Parigi 1912; E. Campana, Il concilio Vaticano, I, Lugano-Bellinzona 1928; e ulteriore bibliogr. alla voce Gratry, in Diction. de théol. cath., VI, ii, coll. 1754-1763.