AUGUSTA (V, p. 338)
La città e le sue installazioni militari sono state oggetto di ripetuti attacchi aerei anglo-americani, che hanno distrutto completamente 270 edifici (1311 vani), ne hanno danneggiati gravemente un centinaio (405 vani) e lievemente oltre mille (5350 vani): cioè più di 2/3 del totale urbano. Oltre le caserme, i magazzini, i depositi, diversi edifici pubblici furono colpiti, fra cui il ginnasio e la chiesa di S. Sebastiano.
Durante la seconda Guerra mondiale Augusta, in previsione di uno sbarco anglo-americano in Sicilia, fu munita con lavori di fortificazione e vi si destinarono truppe e batterie antinavali; la città entrò a far parte della piazza militare marittima di Augusta-Siracusa. Iniziatosi la notte sul 10 luglio 1943 lo sbarco delle forze anglo-americane (8ª armata, generale Montgomery), preceduto da violente azioni aeree e navali e sussidiato dal contemporaneo lancio di paracadutisti nella penisola La Maddalena, Siracusa cadde in possesso degli Alleati la sera dello stesso giorno. L'attacco proseguì subito con prevalente impiego di mezzi corazzati e largo concorso di aerei e navi in direzione di Augusta. Travolte le resistenze successivamente opposte dalle nostre truppe costiere a cavallo del fiume Anapo (combattimenti di Solarino e Priolo), gli Alleati occuparono la piazza l'11 luglio, per l'improvviso cedimento della difesa provocato principalmente dal brillamento delle opere e delle artiglierie poste a difesa della città, prima che si fosse delineata una minaccia diretta. Il che provocò anche fenomeni di sbandamento e rese vana una controffensiva predisposta dal comando della 6ª armata con la divisione Napoli che, partendo dalla zona di Palazzolo Acreide-Scordia, tendeva a ricacciare le truppe alleate dalla piazzaforte.
Bibl.: F. de Guingaud, Operative Victory, Londra 1947; D. Eisenhower, Diario di Guerra, trad. it., Milano 1947.