Augusta (Agusta)
Titolo dato alla Madonna in Pd XXXII 119 Quei due che seggon là sù più felici / per esser propinquissimi ad Agusta, / son d'esta rosa quasi due radici.
Nella Roma imperiale il titolo di a. veniva dato alla moglie (e qualche volta alla madre e alla sorella) dell'imperatore, e tale uso si continuò alla corte di Bisanzio. Anche la moglie del re Clodoveo fu insignita dello stesso titolo (v. DU CANGE). Ora D., che riteneva che non vi fosse soluzione di continuità ideale tra l'Impero romano e il Medioevo, chiama ‛ Augusto ' sia Federico II (If XIII 68), sia Enrico VII (Ep V 5; cfr. anche Pd XXX 136) e, sull'analogia dei termini biblici e liturgici di ‛ re ', ‛ regina ', ‛ regno ' e ‛ signore ' (che egli pure adopera), applica a Dio, ai santi e al Paradiso le denominazioni dell'uso feudale e imperiale. Così Dio è il Sire e lo Imperadore, i santi sono conti, s. Pietro e s. Giacomo sono baroni, il Paradiso è l'aula, la corte, la Roma onde Cristo è romano (Pg XXXII 102). E, per rendere ancora più solenne la presentazione dei beati della ‛ candida rosa ' (Pd XXXII 115-141), il poeta mette in bocca a s.Bernardo tre appellativi non ancora adoperati : i beati più illustri sono i gran patrici (v. 116), il Paradiso questo imperio giustissimo e pio (v. 117) e Maria, già chiamata dal santo dottore la regina del cielo (XXXI 100), viene insignita del titolo di Agusta.
Bibl. - Δ. Δημητραϰου, Μέγα λεξιϰὸν τῆς ἑλληνιϰῆς γλώσσης, Atene 1936.