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WEISMANN, August

di Giuseppe Montalenti - Enciclopedia Italiana (1937)
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WEISMANN, August

Giuseppe Montalenti

Biologo, nato a Francoforte sul Meno il 17 gennaio 1834, morto a Friburgo in B. il 5 novembre 1914. Studiò medicina a Gottinga, e si laureò nel 1856. Nel 1856-57 fu assistente alla clinica universitaria di Rostock. Si diede poi alla pratica medica a Francoforte e soggiomò diverso tempo, a scopo di istruzione e di perfezionamento a Vienna (1858), in Italia, a Parigi (1860), dove si mise in rapporto con parecchi zoologi: I. Geoffroy St. Hilaire, H. Milne Edwards, A. Duméril, ecc. Sempre più interessato ai problemi della zoologia e della biologia generale, si recò nel 1861 a Giessen, a lavorare nel laboratorio di R. Leuckart. Fu poi medico personale dell'arciduca Stefano a Schaumberg a. d. Lahn, e in quegli anni fece il suo primo lavoro zoologico: Die Entwicklung der Dipteren (Lipsia 1864). Nel 1867 ebbe la cattedra di zoologia a Friburgo in Brisgovia.

Il Weismann fu uno dei più acuti teorici dell'evoluzionismo e dell'eredità. Accolse con entusiasmo le teorie di Darwin, che contribuì a diffondere e a far accettare in Germania, e vi arrecò notevoli contributi personali, divenendo capo della scuola dei cosiddetti "neodarwinisti" che negano assolutamente la trasmissibilità dei caratteri acquisiti, in contrapposto (v. evoluzione) ai "neolamarckisti". L'evoluzione avviene, secondo il W., per opera della selezione, che agisce sulle variazioni individuali ereditarie, le quali sono tutte esclusivamente di origine interna. L'azione che l'ambiente esercita sul "soma", cioè sul corpo degli organismi, non si ripercuote sul "germe", cioè sulle cellule destinate alla riproduzione, ed è perciò nulla agli effetti dell'eredità e quindi dell'evoluzione. Il W. è inoltre autore della teoria della continuità del plasma germinale (v. eredità), secondo la quale le cellule germinali costituiscono una linea virtualmente immortale, mentre le cellule somatiche sono destinate a morire e a rinnovarsi periodicamente di generazione in generazione. I portatori dei caratteri ereditarî sono i cromosomi, che contengono i "determinanti" dei varî caratteri. Nello sviluppo embrionale soltanto alcune cellule, capostipiti delle cellule germinali, ricevono tutto il patrimonio di determinanti, mentre le altre, capostipiti delle cellule somatiche, ricevono solo quelli che servono al loro differenziamento ulteriore. Egli immaginò che avvenisse fra i determinanti nelle cellule germinali una sorta di lotta per la vita, analoga a quella che avviene fra gli organismi, col risultato di una "selezione germinale" che è l'unica sorgente di nuovi caratteri.

Le teorie del W., se pure oggi non più totalmente accettabili, furono in molti punti confermate sperimentalmente da ricercatori successivi, e possono considerarsi come la base principale di tutto quel movimento di ricerche e di speculazioni, che ha portato alla costruzione dell'attuale Scienza dell'eredità, o genetica (v.). La chiarezza delle intuizioni, l'acume e l'equilibrio delle discussioni, l'importanza attribuita alla citologia, che fu poi brillantemente confermata dai fatti, lo fanno considerare come uno dei massimi fondatori di quella scienza.

Fra le ricerche sperimentali, che dovette interrompere per lunghi periodi a causa di una malattia d'occhi, sono celebri soprattutto quelle sulla riproduzione delle Dafnie.

Opere principali: Über den Einfluss der Isolierung auf die Artbildung (Lipsia 1872); Studien zur Deszendenztheorie (Lipsia 1875-76); Die Kontinuität des Keimplasmas als Grundlage einer Theorie der Vererbung (1885); Über den Rückschritt in der Natur (Friburgo 1886); Amphimixis, oder die Vermischung der Individuen (1893); Das Keimplasma (1892); Die Allmacht der Naturzüchtung (1893); Über Germinalselektion (1896); Vorträge über Deszendenztheorie (Jena 1902; 3ª ed., 1913).

Bibl.: E. Gaupp, A. W. Sein Leben und sein Werk, Jena 1917.

Vedi anche
citologia Disciplina biologica che studia la struttura e le funzioni delle cellule animali e vegetali come entità morfologiche e fisiologiche fondamentali degli organismi viventi, la loro formazione, il loro comportamento, nonché la natura e la funzione dei singoli costituenti cellulari.  ● Intorno al 1840, con ... Hugo De Vries De Vries ‹dë vrìis›, Hugo. - Botanico olandese (Haarlem 1848 - Lunteren, Gheldria, 1935), professore di botanica ad Amsterdam dal 1878 al 1918. Socio straniero dei Lincei (1902). Si occupò di fisiologia vegetale, specialmente della permeabilità del protoplasma e del turgore; scoprì il fenomeno della ... darwinismo sociale Applicazione allo studio delle società umane dei principi darwiniani della lotta per l'esistenza e della selezione naturale, diffusa nella seconda metà dell'Ottocento a opera dei pensatori positivisti, in particolare H. Spencer. La locuzione è rimasta nell'uso corrente soprattutto con significato polemico ... embriologìa embriologìa Disciplina biologica che studia i fenomeni dello sviluppo dell'essere vivente (ontogenesi), cioè la serie di cambiamenti che subisce l'uovo per realizzare la complessità strutturale e funzionale che caratterizza la forma e l'organizzazione specifica dell'individuo adulto. (➔ anche embrio...
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    Biologo (Francoforte sul Meno 1834 - Friburgo in Br. 1914), prima medico, poi prof. di zoologia nell'univ. di Friburgo. Eseguì varie ricerche, fra cui quelle sulla riproduzione delle dafnie; ma i suoi contributi più notevoli sono di carattere teorico. Evoluzionista convinto, divenne capo della scuola ...
Vocabolario
augustare
augustare v. tr. [dal lat. tardo augustare], letter. raro. – Rendere augusto, nobilitare; come intr. pron., augustarsi, divenire augusto o più augusto, crescere in maestà e solennità: in nome della Patria, la quale vie più cresce e s’augusta...
augustano
augustano agg. – 1. Relativo alla città tedesca di Augusta (ted. Augsburg): confessione a. (o di Augusta), la redazione degli articoli fondamentali della dottrina luterana, eseguita da Melantone nel 1530, così chiamata perché servì come...
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