Glottologo (Meiningen 1821 - Jena 1868), prof. nell'univ. di Praga (1853-57), poi (dal 1857) in quella di Jena; autore di varie opere, quali il Handbuch der litauischen Sprache (2 voll., 1856-57) e il Compendium der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen (2 voll., 1861-62). Sotto l'influenza, oltre che dei principî filosofici hegeliani, delle recenti teorie evoluzionistiche di Darwin, intese le lingue come organismi naturali che, come ogni altro essere di natura, hanno una formazione, uno sviluppo, un periodo di piena vitalità e quindi una decadenza. Su questi presupposti, indicati nell'opuscolo Die darwinsche Theorie und die Sprachwissenschaft (1863), e sulla base dei risultati raggiunti dai suoi predecessori negli studî comparativi, ricostruì una lingua madre, o indoeuropeo comune, concepita come perfetta e unitaria, da cui si sarebbero ramificati i varî gruppi indoeuropei e da questi poi le varie lingue storiche. Il differenziarsi di gruppi e di lingue da una lingua archetipa perfetta sarebbe avvenuto in seguito a mutamenti fonetici e quindi morfologici determinati da leggi fisse, simili a quelle individuate nelle scienze naturali. Questa visione metodologica, che oggi appare così fragile perché antistorica, esercitò, forse per la sua seducente organicità, un influsso grandissimo sulla linguistica del sec. 19º e dei primi del 20º.