AUDIANI
. Sono i seguaci di Audio (o Udo), nato in Mesopotamia, morto nel 372. Costui, rigido nel suo ascetismo e nel deplorare vivacemente qualunque traccia di rilassatezza del costume ecclesiastico, finì con il fondare una setta che si diffuse alquanto in Mesopotamia e al nord, penetrando anche nella Scizia e fra i Goti. Audio era un conservatore; ignorò pertanto le decisioni del concilio di Nicea, e seguitò a celebrare la Pasqua quartodecimana, insieme con i giudei. Doveva essere anche un avversario di ogni forma di speculazione teologica, se, nel secolo delle controversie trinitarie, continuava ad interpretare la Bibbia in modo così letterale, da sostenere (in base a Genesi, I, 27 "Dio creò l'uomo a sua immagine", ed altri passi) una concezione di Dio improntata al più grossolano antropomorfismo. Per queste ragioni Epifanio lo registra nel suo Panarion contro gli eretici (haer. LXX); ma non senza manifestare una certa simpatia per il suo rigorismo morale, classificando gli audiani piuttosto fra gli scismatici che fra gli eretici. Ma altre volte si mostrò più severo, secondo che riferisce Girolamo (Ep. 11 ad Pamm.). Riparlano di questa eresia degli antropomorfiti gli altri eresiologi, fino a Teodoreto (Hist. eccl., IV, 9; Haer. Fab. Comp., IV, 10) in Oriente, e ad Arnobio il giovine (Praedest., I, 50) in Occidente.
Non mancarono antropomorfiti fra gli asceti d'Egitto, alla fine el sec. IV: ne propugnarono i principî i "quattro grandi fratelli" Ammonio, Dioscoro, Eusebio ed Eutimio, mescolati alle controversie antiorigenistiche. Teofilo d'Alessandria li scacciò; ma Cirillo accontentò, più tardi, di scrivere contro altri monaci loro seguaci una confutazione (Adversus anthropomorphitas). Le stesse idee riapparvero nell'Italia settentrionale nel sec. X. Tra i vescovi che le combatterono, notevole Raterio di Verona.
Bibl.: G. Bareille, in Dict. de théol. cath., I, ii, coll. 1370-1372, e 2265 segg.