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attristare

di Amedeo Quondam - Enciclopedia Dantesca (1970)
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attristare

Amedeo Quondam

Transitivo, in If XIX 104, col valore di " render tristo ", cioè " corrompere ": la vostra avarizia il mondo attrista, / calcando i buoni e sollevando i pravi. Riflessivo, col significato di " diventar triste ", " affliggersi ", in If I 157 quei che volontieri acquista ... / 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista, e in Pg XVII 120 [l'invidioso] s'attrista sì che 'l contrario ama : desidera cioè che altri perda podere, grazia, onore e fama per timore che sormonti. Pur conservando lo stesso valore semantico, l'or ci attristiam di If VII 124 assume significato assai più intenso, posto com'è in opposizione a s'allegra (v. 122) e in correlazione col Tristi del v. 121 (che peraltro vale " accidiosi ": v. ACCIDIA); il verbo sembra quasi " indicare una specie di contrappasso " (Porena) cui sono condannati gli accidiosi, gl'incapaci all'ira, inerti ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, cioè in vita, e ugualmente inerti ne la belletta negra, nel fango della lorda pozza di Stige.

In senso figurato, riferito all'aere che s'attrista tutto e piagne per la fredda neve e la noiosa pioggia, in Rime c 22.

Vocabolario
attristare
attristare v. tr. [der. di triste e tristo]. – 1. letter. Rendere triste, rattristare: Ogni loco m’attrista ov’io non veggio Quei begli occhi soavi (Petrarca); anche intr. pron.: a quelle parole s’attristò. 2. ant. Rendere tristo, cattivo:...
attristire
attristire v. tr. e intr. [der. di triste] (io attristisco, tu attristisci, ecc.). – 1. tr. Lo stesso, e meno com., che attristare. 2. intr. (aus. essere) Perdere la freschezza, intristirsi: a. nel dolore, nella miseria; di piante, disseccarsi:...
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