attorcere
Ricorre solo due volte. In I f XXVII 124 A Minòs mi portò; e quelli attorse / otto volte la coda, ha valore intensivo rispetto al semplice ‛ torcere ' e al ‛ cingere ' di If V 11. Il maggior rilievo che ne risulta accentua il senso dell'animalità demoniaca del personaggio in una progressione che, attraverso il particolare del dosso duro, culmina nell'atto del mordersi la coda, in cui si aizza la rabbia di Minosse.
Analogamente in If XXV 115 li piè di rietro, insieme attorti, / diventaron lo membro che l'uom cela, dove il participio ritrae un momento inaudito della mostruosa metamorfosi. V. DISTORCERE; STORCERE; TORCERE.