ATTONE (Atto, Adto)
Monaco a Montecassino nella seconda metà del sec. XI, A. fu discepolo di Costantino Africano, che gli dedicò la sua traduzione dall'arabo degli Aforìsmi d'Ippocrate, con il commento di Galeno. Divenne cappellano dell'imperatrice Agnese probabilmente nel 1071, nel corso di una visita a Montecassino della sovrana, che vi rimase alcuni mesi, e da ciò si è supposto, con buona probabilità, un'origine franca di Attone.
Più complicato è invece conoscere la sua produzione letteraria, nota per la testimonianza di Pietro Diacono nel Liber de viris illustribus coenobii Cassinensis: "ea, quae supradictus Constantinus de diversis linguis transtuierat, cothurnato sermone in Romanam linguani descripsit". I Maurini, interpretando "Romana lingua" come "lingua romanza", hanno ritenuto che A. avesse tradotto in francese dei tempo tutte le opere da Costantino rese in latino; mentre il Creutz gli attribuisce solo la traduzione in lingua francese del sec. XI dei ricordati Aforismi di Ippocrate, come l'unico trattato che avrebbe potuto interessare Agnese.
Ma dall'esame del testo di Pietro Diacono sembra piuttosto doversi concludere che Costantino, d'origine africana e dedito più alle scienze che alle lettere, affidasse le sue traduzioni dalle varie lingue alla revisione del suo discepolo A. per la loro redazione letteraria in stile più alto e in forma elegante. Tale ipotesi trova certo un solido sostegno nell'attribuzione al nostro A., se è da identificarsi con Azelino di Reims, del carine in lode di Enrico II, composto verso il 1050. Per la composizione dei versi e per le reminiscenze classiche l'autore mostra buona conoscenza della lingua latina; il tono enfatico conferma il giudizio di Pietro Diacono.
Fonti e Bibl.: Petrus Diaconus, Liber do viris illustr. coenobii Cassinensis, c. XXIV, in Migne, Patr. Lat., CLXXIII, col. 1035; Histoire littér. do la France, VII, Paris 1867, p. 110; P. E. Schramm, Kaiser, Rom und Renovatio, II, Leipzig 1929, pp. 141-147; R. Creutz, Additamenta zu Konstantinus Africanus und seinen Schulern Johannes und Atto, in Studien u. Mitteilungen zur Geschichte des Benediktiner Ordens. III (1932), pp. 421-442.