ATTONE
Figlio di Oderisio conte dei Marsi, nacque nel 1034 e fu avviato alla carriera ecclesiastica. Ancora fanciullo fu fatto da Benedetto IX (1033-1044) vescovo di una parte della diocesi dei Marsi, smembrata molto probabilmente dietro richiesta di Oderisio che intendeva rafforzare il suo potere mediante l'assunzione alla dignità vescovile di uno dei suoi figlioli. Come "Marsitanus episcopus" partecipò al concilio tenuto a Roma nel maggio del 1050 da Leone IX. Nel 1056 suo cugino Pandolfo, figlio di Berardo conte dei Marsi, fratello di Oderisio, fu fatto da Vittore II vescovo dell'altra parte della diocesi e sollecitò presso il pontefice la riunione della diocesi stessa. Vittore II, aderendo alla richiesta di Pandolfo, riunificò sotto di lui la diocesi con provvedimento preso durante un concilio romano in data 18 apr. 1057 e trasferì A. alla diocesi teatina. Stefano IX, successo a Vittore II in quello stesso anno, confermò al vescovo della diocesi riunificata tutti i precedenti privilegi e beni il 9 dic. 1057. A., che aveva intanto accettato il trasferimento impostogli dal pontefice, non tardò a stringere amichevoli rapporti con i conti di Chieti, con le terre dei quali confinavano alcuni possedimenti a lui donati da privati. I beni della mensa vescovile gli furono confermati il 2 maggio 1059 da Niccolò II (la bolla originale è ancora conservata nell'archivio della curia arcivescovile di Chieti: Balducci, n. 6 e pp. 87-89), ed egli, nel decennio seguente, riuscì ad accrescerli notevolmente ottenendo numerose donazioni, di cui la maggiore fu quella del castello "de Puteo Corbario" fattagli nell'aprile del 1067 da Attone conte figlio del conte Trasmondo di Chieti (Balducci, n. 7).
Fra 1065 e 1066 intanto i rapporti tra suo padre Oderisio e il fratello di questo Berardo vennero ad aperta rottura, secondo Amato di Montecassino, per colpa di Berardo che "vouloit tout soul avoir lo heritage de lo pere" (p. 267); ma si tratta di una testimonianza sospetta, in quanto Amato riflette il punto di vista dei Normanni, favorevoli ad Oderisio.
All'origine dei rapporti intercorsi in questa occasione tra Oderisio e Rainolfò d'Aversa si trova proprio A., il quale, dopo che suo padre ebbe deciso di ricorrere all'aiuto normanno per combattere il fratero, invitò direttamente Rainolfo a intervenire in Abruzzo, offrendogli "mille livre de deniers" e la sorella Potarfranda in isposa per suo nipote Guglielmo di Pontchaufré (Amato, pp. 268 s.). Queste trattative dovettero svolgersi nei primi mesi del 1066. Rainolfa accettò l'offerta e nell'estate dello stesso anno entrò nella Marsia e batté in campo aperto le truppe di Berardo. Questi si rinchiuse allora in Alba Fucense, sostenendovi l'assedio postogli dai Normanni e costringendoli a ritirarsi senza aver nulla concluso (cfr. Leonis Marsicani Chronica, pp. 714 s.).
Non sappiamo se quest'episodio abbia avuto conseguenze spiacevoli per Attone. Di lui comunque risulta che venne a morte a Roma nel 1071 e che la sua salma fu inumata a Montecassino.
Amico di Alfano di Salemo, devotissimo alla famiglia dei conti dei Marsi e legato in modo particolare ai figli di Oderisio, A. pare fosse uomo di notevole cultura letteraria. A lui il poeta salernítano dedicò una saffica in cui ne decantò le virtù, oltre a dettame l'epitafflo metrico che doveva essere posto sulla tomba in Montecassino.
L'Ughelli (coll. 691-696) riporta il testo della relazione di un miracolo che sarebbe avvenuto a Pescara nel 1062 e in cui figura Trasmondo III conte di Chieti, attribuendola, sia pure dubitativamente, ma senza alcuna fondata ragione, ad A.; tale attribuzione va comunque senz'altro respinta.
Fonti e Bibl.: Ph. Jaffé-S. Loewenfeld, Regesta pontificum Romanorum, I, Lipsiae 1885, nn. 4219, 4364 (dopo il), 4377, 4403; A. Di Meo, Annali critico-diplomatici del Regno di Napoli della mezzana età, VIII,Napoli 1803, pp. 36 s., 59, 75; P. F. Kehr, Italia Pontificia, IV, Berolini 1909, p. 241; Leonis Marsicani Chronica, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, VII, Hannoverae 1846, pp. 714 ss.; A. Balducci, Regesto delle pergamene della curia arcivescovile di Chieti, I, Casalbordino 1926, pp. 2 s., 87-89; Storia dei Normanni di Amato di Montecassino, a cura di V. de Bartholomaeis, Roma 1935, in Fonti per la storia d'Italia, LXXVI, p. 268 (con bibl.); C. De Laurentiis, Il gastaldato e la contea di Teate, in Bollett. d. Soc. di storia patria A. L. Antinon, XVI(1904), pp. 28-31; F. Terra-Abranii, Cronistoria dei conti de' Marsi poi detti di Celano, ibid., pp. 64 s.; G. Schwartz, Die Besetzung der Bistamer Reichsitaliens..., Leipzig-Berlin 1913, pp. 230 s., 282; A. Lentini, Rassegna delle poesie di Alfano da Salerno, in Bullett. d. Ist. stor. ital. per il M. E., LXIX (1957), pp. 236, 239; Dictionnaire d'Hist. et de Géogr. Ecclés., V, col. 181.