ZANCA, Attilio
Nacque a Mantova il 21 febbraio 1924, primogenito di Amedeo e Cesira Fasoli.
Dopo aver conseguito nel 1942 la maturità presso il liceo classico Virgilio della sua città, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Bologna, laureandosi nel 1948. Presso la stessa Università ottenne il diploma di specializzazione in dermatologia e venereologia nel 1951. Due anni dopo sposò Luciana Baraldi dalla quale ebbe due figli, Andrea e Mario, che sarebbero divenuti il primo dermatologo e il secondo allergologo e immunologo clinico. Pur esercitando anche la libera professione, la sua apprezzata attività di medico, dal 1957 al 1989, si svolse all’interno della divisione dermatologica degli Istituti ospedalieri Carlo Poma di Mantova: dapprima come assistente, poi come aiuto e infine, dal 1977, come primario. Diede alle stampe, dal 1951 al 1996, talvolta in collaborazione con altri autori, oltre 70 lavori di dermatologia clinica comparsi in atti di convegni e in riviste nazionali e internazionali quali l'Archivio italiano di dermatologia, venereologia e sessuologia, il Giornale italiano di dermatologia, l'International Journal of dermatology e il Journal of international medical research. In tali lavori vennero esposti i risultati dello studio di casi clinici rari e di ampie casistiche cliniche, di studi epidemiologici (ustioni, malattie cutanee e veneree diffusive ecc.), di ricerche di fisiopatologia cutanea, della sperimentazione di nuove tecniche diagnostiche e di nuovi farmaci. Sin dall’inizio degli anni Sessanta si dedicò con passione pure alla storia della medicina, della biologia e delle scienze naturali. La sua prima pubblicazione in questi campi fu la breve monografia Notizie sulla vita e sulle opere di Marcello Donati da Mantova (1538-1602) medico, umanista, uomo di stato (Pisa 1964), apparsa nella collana di studi di storia della medicina "Scientia veterum" dell'editore Giardini, diretta da Giorgio Del Guerra.
Tra i lavori successivi meritano di essere ricordati Gli statuti del Collegio dei medici di Mantova del 1559 (in collaborazione con Gilberto Carra), apparso nel 1977 negli Atti e memorie dell’Accademia Virgiliana di Mantova; Le cere e le terrecotte ostetriche del Museo di storia della scienza di Firenze (Firenze 1981) e il catalogo degli strumenti chirurgici conservati nell’Accademia Virgiliana, Armamentario chirurgico del XVIII secolo (Mantova 1983). Esiti dell’interesse di Zanca per la storia della teratologia e la figura del naturalista cinquecentesco Ulisse Aldrovandi furono saggi quali In tema di hyperthricosis universale congenita: contributo storico-medico (in Physis, XXV (1983), pp. 41-66) e Collezioni di mostri: Ulisse Aldrovandi (in Kos, III (1983), 21, pp. 23-46).
Ben presto la sua analisi storica andò allargandosi e affinandosi anche grazie a un sapiente uso di strumenti interpretativi forniti da altre discipline quali l’antropologia, la storia dell’arte e la storia delle religioni. Un esempio fra i tanti di applicazione di questo suo metodo di indagine multidisciplinare può essere senz’altro considerato il volume Il santuario della Madonna delle Grazie presso Mantova. Storia e interpretazione di un raro complesso votivo (Mantova 1973), scritto in collaborazione con Renzo Margonari. Il volume, ampliato grazie anche alla collaborazione di altri autori, avrà poi due nuove edizioni (Mantova 1991 e 1999). Nel campo della ricerca storico-medica fu certamente per Zanca una figura di riferimento Loris Premuda, dal quale, negli anni Ottanta, fu invitato a tenere alcuni corsi come docente a contratto presso l’istituto di storia della medicina dell’Università di Padova da lui diretto.
A partire dalla seconda metà degli anni Settanta, Zanca orientò una parte consistente delle sue ricerche verso due campi allora poco battuti dagli studiosi: quello dell’illustrazione scientifica (in particolare medico-anatomica e naturalistica) e quello del collezionismo enciclopedico cinque-seicentesco, di cui seppe individuare e illuminare esempi significativi soprattutto nella corte dei Gonzaga, signori di Mantova. Fu principale animatore di un gruppo di lavoro formato, oltre che da lui, da Dario A. Franchini, Renzo Margonari, Giuseppe Olmi, Rodolfo Signorini le cui ricerche sfociarono, nel 1979, nell’allestimento di una mostra nel palazzo ducale di Mantova intitolata La scienza a corte. Collezionismo eclettico, natura e immagine a Mantova fra Rinascimento e Manierismo. Sia la mostra che il relativo catalogo, cui partecipò anche Chiara Tellini Perina (Roma 1979), ebbero l’indubbio merito di aprire nuovi e originali percorsi di ricerca che negli anni successivi avrebbero sempre più attirato l’interesse di storici dell’arte e della scienza. Contemporaneamente alla mostra promosse una tavola rotonda sul tema L’illustrazione scientifica: ieri e oggi, della quale furono pubblicati gli atti (in Acta medicae historiae patavina, XXVII (1980-81), pp. 1-120). Nell’ottobre del 1996 organizzò a Mantova, con Giuseppe Olmi e Lucia Tongiorgi Tomasi, un convegno internazionale intitolato Natura-cultura. L’interpretazione del mondo fisico nei testi e nelle immagini destinato ad avere, grazie anche alla pubblicazione dei corposi atti (Firenze 2000), una grande risonanza.
Negli ultimi anni si dedicò a una ricerca che aveva come oggetto Lo schema corporeo umano. Questo fu anche il titolo di un seminario che egli organizzò presso l’Accademia Virgiliana e in cui tenne una relazione su Schemi corporei e immagini cosmologiche (in Atti e memorie dell’Accademia nazionale Virgiliana, n.s., LXV (1997), pp. 137-146). Nell’ambito della stessa tematica, in attesa di dar vita a una grande mostra-convegno che a causa della sopraggiunta malattia e della morte non poté realizzare, stese il saggio Schemi corporei umani medievali e d’età moderna (in Corpi. Storia, metafore, rappresentazioni fra Medioevo ed età contemporanea, a cura di C. Pancino, Venezia 2000, pp. 55-68).
Nel 1973-74 fu tra i soci fondatori del gruppo naturalistico mantovano Luigi D’Arco. Alla fine degli anni Sessanta, assieme all’amico Dario Gorni, diede vita alla casa editrice GiZeta che fra le sue pubblicazioni annoverò, nel 1969, la ristampa dei due volumi del Vocabolario mantovano-italiano e italiano-mantovano di Ferdinando Arrivabene, usciti a Mantova nel 1882 e nel 1892. Più tardi fece parte, assieme ad un altro grande amico, il prof. Giuseppe Papagno, della cooperativa editoriale Astrea che tra l’altro, grazie soprattutto al suo impegno, realizzò per la Farmitalia-Carlo Erba i quattro volumi, in italiano e in inglese, della collana Il farmaco nei tempi, dati alle stampe a Milano fra il 1987 e il 1992.
Tra le molte altre sue opere, si segnalano in particolare: Medicina e igiene a Mantova nell’età teresiana, in La città di Mantova nell’età di Maria Teresa, Mantova 1980, pp. 105-132 (in collaborazione con G. Carra); Il Giardino de’ semplici in Mantova di Zenobio Bocchi (in Quadrante padano, II (1981), 2, pp. 80-85); Ciarlatani a Mantova nel Settecento (in Atti e memorie dell’Accademia Nazionale Virgiliana, LIV (1986), pp. 151-178); Fortunio Liceti e la scienza dei mostri in Europa (in Atti del XXXII Congresso nazionale della Società italiana di storia della medicina... 1985, a cura di L. Premuda, Padova 1987, pp. 35-45); Un farmaco dalla Terra madre: le terre sigillate (in Il farmaco nei tempi. Antichi farmaci, a cura di A. Zanca, Milano-Parma 1990, pp. 3-16).
Zanca fu un attivo protagonista della vita culturale della sua città. Socio ordinario dal 1984 dell’Accademia nazionale Virgiliana nella classe di scienze fisiche e tecniche, ricoprì nella stessa la carica di segretario della classe di scienze matematiche, fisiche e naturali dal 1992 al 1997 e di segretario generale dal 1997 al 2000.
Morì a Mantova il 25 febbraio 2002.
La bibliografia degli scritti, a cura del figlio Mario Zanca, si trova alla fine del volume La natura e il corpo. Studi in memoria di A. Z. Atti del Convegno..., Mantova... 2003, a cura di G. Olmi - G. Papagno, Firenze 2006, pp. 217-226.