SPACCARELLI, Attilio
– Nacque a Roma il 17 febbraio 1890 da Augusto, scultore, e da Agnese Vignetti (Roma, Archivio storico dell’Ordine degli architetti di Roma (ASOAR), Cartella personale dell’arch. Attilio Spaccarelli, dattiloscritto firmato 25.11.1926; Rebecchini, 1977). Alla prematura morte del padre fu inviato all’istituto S. Michele; nel 1912 conseguì il titolo di professore di disegno architettonico.
Al termine del conflitto mondiale, durante il quale aveva prestato servizio in qualità di «tenente di fanteria addetto ai servizi tecnici del Genio e dell’Artiglieria» (ASOAR, Cartella personale dell’arch. Attilio Spaccarelli, Foglio notizie, 19.10.1937), ebbe inizio un decennio di intensa attività professionale al fianco di Arnaldo Foschini. Agli anni 1917-20 risalgono le realizzazioni di alcune residenze, in gran parte demolite. Tra le prime opere note sono gli edifici realizzati in Roma nell’erigendo quartiere Sebastiani, l’attuale Pinciano: qui Spaccarelli realizzò, con Foschini, Adolfo Sebastiani e Carlo Giuliani, i villini per Valeria e Rosmunda Sebastiani (poi Astaldi), entrambi sulla via Niccolò Porpora, il secondo in angolo con la via Saverio Mercadante (Roma, Archivio storico capitolino (ASC), Ripartizione V - Lavori Pubblici. Ispettorato Edilizio, prot. 449/1920 e prot. 3029/1920).
Con Foschini e Giuliani, Spaccarelli intraprese la progettazione di una sala cinematografica in via Volturno su un’area adiacente al palazzo di proprietà dei committenti, Giulio ed Ernesto Querini, sulla quale in precedenza vi era uno stabilimento di pubblici bagni; le decorazioni pittoriche degli interni furono affidate a Camillo Innocenti (ASC, Ripartizione V - Lavori Pubblici. Ispettorato Edilizio, prot. 1599/1920). Del 1922, su progetto di Spaccarelli e Foschini, è il restauro della palazzina di Pio IV sulla via Flaminia per l’antiquario Ugo Jandolo. Dal 1923 al 1927 i due architetti furono impegnati nella realizzazione del Supercinema in via del Viminale; di poco posteriore (1928) l’intervento di restauro del teatro Sala Umberto I in via della Mercede, eseguito per Salvatore Castaldi (ASC, Verbali della Commissione edilizia, vol. 94, p. 103, 22.06.1928).
Nel 1925 i due parteciparono al concorso per il prolungamento della via Marco Minghetti. Il progetto, vincitore del primo premio, prevedeva il rifacimento della piazza di Trevi, delimitata da nuovi edifici dotati di portici, e il ridisegno della piazza del Lavatore (Racheli, 1995).
In quegli anni Spaccarelli era entrato a far parte della Federazione romana architetti, legata a quella italiana, presieduta da Ulisse Stacchini, divenendo, con Foschini e Alberto Calza Bini, esponente di punta del comitato d’azione capeggiato da Marcello Piacentini.
Nel novembre del 1926, «avendo esercitato la professione di architetto nella condizione voluta di cui all’art. 10 della Legge 24 giugno 1923 n. 1395», richiese l’iscrizione all’albo degli architetti di Roma, accordatagli il 24 marzo 1928 (ASOAR, Cartella personale dell’arch. Attilio Spaccarelli, dattil., 25.11.1926).
Nel 1934, per incarico del Governatorato di Roma, redasse un progetto per l’isolamento della mole Adriana, che prevedeva la restituzione della facies cinquecentesca con la cinta bastionata di Pio IV mediante il ripristino del fossato, interrato alla fine dell’Ottocento, e la creazione di un parco interno alle mura.
L’intervento implicò la demolizione di vari edifici «più o meno parassitari» (A. Spaccarelli, Il piano e i lavori di assestamento..., 1934, p. 233), quali il dispensario antitubercolare Regina Elena, il padiglione del Museo del genio militare e altri annessi. La sistemazione delle aree verdi vide l’inserimento di alberature lungo i rampari e la realizzazione di due scalee con esedre.
Nel medesimo anno Spaccarelli elaborò un progetto per la realizzazione di un nuovo accesso a piazza S. Pietro.
Diversamente dalla più drastica soluzione propugnata da Piacentini e sostenuta da buona parte della stampa, la proposta di Spaccarelli si rifaceva ai principi del diradamento edilizio, prevedendo la demolizione del solo tratto della Spina necessario all’allargamento della piazza Rusticucci, al fine di salvaguardare «l’unità materiale, spirituale e storica dei Borghi» (Manfredi, 2012, p. 20).
Nel febbraio del 1935 la redazione del definitivo progetto fu affidata formalmente a Spaccarelli e Piacentini, ma di fatto a quest’ultimo. Nel 1937 furono avviate l’integrale distruzione della Spina e l’apertura della nuova via della Conciliazione: l’intervento urbanistico, compiuto nel 1950 con l’inaugurazione di quest’ultima in occasione del giubileo, fu uno dei più discussi e criticati del Novecento.
Nel 1939 Spaccarelli venne designato tra i componenti del Consiglio nazionale dell’educazione, delle scienze e delle arti; gli anni Quaranta lo videro impegnato in numerose commissioni chiamate a valutare alcune tra le più importanti opere intraprese nella capitale. Fu inoltre membro delle commissioni edilizie di Roma e dell’Agro Romano; nel 1943 fu nominato accademico di S. Luca.
Negli anni Cinquanta curò, con Giuseppe Perugini e Cesare Valle, la realizzazione del quartiere INA Casa di Acilia - Casal Bernocchi, compiuto tra il 1958 e il 1960; nel 1962 redasse il progetto per la chiesa di S. Pier Damiani.
Nel 1959, con Pasquale Carbonara e Fabrizio Bruno, prese parte al concorso per la nuova sede della Biblioteca nazionale centrale al Castro Pretorio, classificandosi al secondo posto ex aequo con altri dieci gruppi di progettazione. Il sodalizio con Bruno proseguì fino alla fine dell’attività professionale: negli anni Sessanta i due curarono insieme la realizzazione del pontificio seminario lombardo in piazza S. Maria Maggiore, caratterizzato da una grande attenzione nei riguardi del contesto urbano. In occasione della ristrutturazione dell’ex studio del pittore Mariano Fortuny in via Flaminia 122 (1965), i due architetti provvidero al ricollocamento dell’antico abbeveratoio di Pio IV: rifacendosi a un’incisione di Giuseppe Vasi, la vasca fu addossata «ad una recinzione pietrosa che l’accoglie arretrandosi e alzandosi» su uno sfondo arboreo (A. Spaccarelli, Un intervento sulla via Flaminia..., 1967, p. 414).
Nel 1973, ancora con Bruno, Spaccarelli intraprese il restauro del monastero della Beata Vergine del Monte Carmelo e S. Egidio in Trastevere per farne una sede espositiva (Museo del folklore, oggi Museo di Roma; Sturm, 2015).
Morì a Roma il 12 giugno 1976.
Dal matrimonio con Giselda Bona, sposata nel 1912, nacquero Giorgio, medico, Arnaldo, dirigente d’azienda, e Marcello, giornalista; i primi due morirono tragicamente, l’uno in un incidente stradale all’età di cinquant’anni (1963), l’altro appena quarantenne nel 1969 durante una battuta di caccia.
Scritti. Concorso per il prolungamento della via Marco Minghetti, Roma 1925 (con A. Foschini); Il piano e i lavori di assestamento [della Mole Adriana], in Capitolium, X (1934), 5, pp. 223-246; La sistemazione dei borghi per l’accesso a San Pietro, in Architettura, XV (1936), fascicolo speciale Urbanistica della Roma mussoliniana, pp. 21-53 (con M. Piacentini); Dal Ponte Elio a San Pietro, in Capitolium, XII (1937), pp. 5-30; Memoria sugli studi e sui lavori per l’accesso a San Pietro, Roma 1944; Concorso per il progetto della nuova sede della Biblioteca Nazionale di Roma al Castro Pretorio. Relazione del progetto, Roma 1959 (con P. Carbonara - F. Bruno); La funzione del Lungotevere, Roma 1960; Progetto per la ricostruzione dell’edificio nella piazza di S. Maria Maggiore, Roma 1963; Il nuovo edificio, in Il Pontificio Seminario Lombardo nel centenario della sua fondazione, Roma 1965, pp. 96-108; Un intervento nella via Flaminia: sistemazione di importanti ritrovamenti archeologici in occasione del restauro dell’edificio sito al n. 122, in Strenna dei Romanisti, XXVIII (1967), pp. 411-414; Un’idea per il Lungotevere fra Castel S. Angelo e Ponte Vittorio Emanuele, in Ingegneri e Architetti, XIX (1969), nn. 3-4, pp. 3-9; Per eliminare la strettoia davanti Castello, in Strenna dei Romanisti, XXX (1969), pp. 367-371; Edilizia sacra, in La terza Roma. Lo sviluppo urbanistico edilizio e tecnico di Roma capitale, a cura di A. Ravaglioli - S. De Paolis, Roma 1971, pp. 119-128 (con V. Passarelli); Castel S. Angelo: un’idea per risolvere la strettoia, Roma 1972.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio storico capitolino, Consulta di Roma. Carteggio, b. 5, f. 14, Amministrazione Bottai. Seduta del 2 luglio 1936; ASC, Ispettorato edilizio, anno 1920, prott. 449, 1262, 1539, 3029, 4637, 5279, anno 1921, prott. 1914, 2575, anno 1922, prott. 371, 1691, 2380, 2888, anno 1924, prot. 27508, anno 1929, prot. 30993; Archivio storico dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma, S. A., cartella personale, cc. n.n.; Archivio corrente del Museo del folklore, Progetto di massima per il restauro ed il riordino dell’edificio sito in P.zza S. Egidio di proprietà del Comune di Roma, Roma 4 aprile 1966.
P. Marconi, lI “Supercinema” in Roma, in Architettura e arti decorative, VII (1928), pp. 496-508; Urbanisti italiani, a cura dell’Istituto nazionale di urbanistica, Roma 1954, p. 329; I. Insolera, Roma moderna. Un secolo di storia urbanistica, Torino 1971, pp. 138 s.; S. Rebecchini, A. S., in Strenna dei Romanisti, XXXVIII (1977), pp. 437 s.; A.M. Racheli, Restauro a Roma (1870-1990). Architettura e città, Venezia 1995, pp. 119 s., 365, 393; P. Nicoloso, Gli architetti di Mussolini. Scuole e sindacato, architetti e massoni, professori e politici negli anni del regime, Milano 1999, pp. 51, 63, 175 s., 203, 221; A. Muntoni, Architetti e archeologi a Roma, in Storia dell’architettura italiana. Il primo Novecento, a cura di G. Ciucci - G. Muratore, Milano 2004, p. 269; Archivio Arnaldo Foschini. Inventario, a cura di G. Fermetti - G. Capurso - E. Reale, Roma 2010, pp. 11, 23 s., 103 s., 119; T. Manfredi, Da Ponte Vittorio Emanuele a Via della Conciliazione. L’oratorio della SS. Annunziata e la trasformazione dei Borghi tra Ottocento e Novecento, in L’altra modernità nella cultura architettonica del XX secolo, a cura di L. Marcucci, Roma 2012, pp. 11-13, 20-27; S. Sturm, L’architettura dei carmelitani scalzi in età barocca, II, La ‘Provincia Romana’. Lazio, Umbria e Marche (1597-1705), Roma 2015, pp. 54, 58; La Spina. Dall’Agro Vaticano a Via della Conciliazione (catal.), a cura di C. Parisi Presicce - L. Petacco, Roma 2016, passim.