ARIOSTI, Attilio Malachia
Nato a Bologna il 5 novembre 1666, morto nel 1740 (in Spagna?). Appartiene a un ramo spurio della famiglia Ariosti, estintasi nel 1786. Entrato nei Serviti di Santa Maria nel 1688 assunse il nome di frate Ottavio; dapprima fu organista dell'ordine a Bologna, poi frequentò le corti di Mantova, Firenze e Berlino (1697-1703) - qui compositore e favorito della regina Sofia Carlotta di Prussia - e quella del duca d'Angiò, infine fu agente generale, per l'Italia, dell'imperatore Giuseppe. Morto questi nel 1711, l'A. nel 1712 ritorna al suo convento, richiamatovi per la seconda volta. Il suo primo richiamo, avvenuto nel 1703, era stato prodotto da un complicato intrigo di corte ov'erano intervenuti altissimi personaggi e persino il Leibniz, intrigo alimentato probabilmente dalla gelosia del compositore Ferdinando Chiaravalle, mantovano. Di poi (1715-16), l'A. viaggia nella Germania del sud, va a Parigi e a Londra e nel 1716 ritorna in italia. Londra lo rivede nel 1720 secondo il Burney, nel 1723 secondo il Chrysander: rivale, come G. B. Bononcini, di G. Federico Händel. nel campo dell'opera (v. bononcini). Rientra a Bologna nel 1728. Nella composizione di opere teatrali (prima opera la Dafne su libretto di A. Zeno, Venezia 1686), dapprima lullista, poi scarlattiano, dimostrò fecondità e abilità, anche se non poté sostenersi contro il poderoso Händel. I Favourite Songs delle sue opere furono pubblicati dal Walsh di Londra, che forse fu il primo a produrre sistematicamente questo tipo di edizioni ridotte, comprendenti i soli pezzi vocali delle opere nuove. L'A. compose circa 25 opere, un oratorio, una passione, molte cantate, ma fu, soprattutto, il rappresentante italiano, nel Settecento, della letteratura per viola d'amore. Egli suscitò, ad un tratto, un grande interesse per questo, allora quasi disusato, istrumento, sonando l'assolo di viola d'amore alla prima rappresentazione dell'Amadigi di Händel (Londra 1715).
Le sei lezioni per viola d'amore datate dal 1728 e pubblicate, per associazione, in fine delle Cantate, furono trasportate da G. Saint-George nel 1901, per violino col basso realizzato per il pianoforte. Nella biblioteca di Bologna esistono dei Divertimenti da camera a violino e violoncello che risalgono al 1695. Il valore di essi è ancora ignoto. Altri, del 1685, e che dovrebbero trovarsi nell'archivio di S. Petronio, cita il Moser, senz'aver potuto studiarli.
Bibl.: A. Ebert, A. A. in Berlin, Lipsia 1905; Ch. Burney, History of music, Londra 1776-89, IV, pp. 257, 290; A. Moser, Geschichte des Violinspiels, Berlino 1923, p. 199.