ATTICO (T. Pomponius Atticus)
Nacque a Roma l'anno 109 a. C. di gente nobilissima, che faceva risalire le proprie origini a un figlio del re Numa, Pompone (Pompo). Fu compagno di scuola di Cicerone. Perduto in giovane età il padre, corse pericoli, a causa della sua parentela col turbolento tribuno P. Sulpicio Rufo, nelle lotte civili che insanguinavano Roma, e si ritrasse ad Atene nell'87 a. C. Tornò a Roma, sembra, nel 65. Intervenute le guerre civili, si mantenne in una stretta neutralità, contentandosi di restare nell'ordine equestre e sovvenendo gli amici (Cicerone, p. es., e Fulvia di Antonio) delle opposte parti con le sostanze che, ereditate dal padre nella cifra di due milioni di sesterzî, e dallo zio materno Q. Cecilio (dieci milioni di sesterzî), egli aveva moltiplicate, prestando il danaro a interesse, commerciando in libri e in gladiatori. Sua figlia sposò M. Vipsanio Agrippa, in forza degli accordi di Taranto fra Ottaviano ed Antonio nel 37: dalle quali nozze nacque quell'Agrippina che fu la prima moglie di Tiberio. A 77 anni, colpito da una malattia incurabile, si lasciò morire di fame.
La sua fama è per il gran pubblico essenzialmente congiunta all'amicizia di Cicerone. Infatti esiste un'intera collezione di lettere di Cicerone ad Attico in sedici libri, lettere che per l'abbandono fiducioso dell'uomo di stato verso l'amico schivo della vita pubblica, formano uno dei documenti più interessanti della storia di quella età. Cicerone gli dedicò anche i due trattatelli in forma dialogica De amicitia e De senectute, Cornelio Nepote il suo libro De vita excellentium imperatorum; Varrone ne fece il protagonista del De numeris. Ma Attico fu anche scrittore di cose d'erudizione. Nel 47 a. C. egli pubblicò un Liber annalis nel quale figuravano anno per anno ordinate le magistrature civili, e sotto quelle gli avvenimenti principali della storia romana fino al 54 a. C. Vi trattava anche delle origini delle grandi famiglie; onde autorevoli membri di talune di queste sollecitarono e ottennero da lui particolari trattazioni genealogico-storiche: i Giunî, i Marcelli, i Fabî, gli Emilî. Pubblicò poi una raccolta di ritratti d'illustri personaggi romani: sotto i ritratti, in quattro o cinque versi, era raccolta la notizia del personaggio. Possedendo assai bene il greco in forza del lungo soggiorno ateniese, scrisse in greco un libro De consulatu Ciceronis (Cicerone, Ad Att., II, 1).
Abbiamo accennato di sopra ai guadagni che Attico fece col Lommercio dei libri. In realtà egli fu il primo dei grandi editori romani, ché il suo commercio fu così esteso da abbracciare non solo i libri latini ma anche i greci e provvedere di questi Atene stessa (Cicerone, Ad Att., II, 1, 2). Cicerone, che da principio provvedeva da sé alla diffusìone e alla vendita delle sue opere, poiché ebbe fatto la prova dell'abilità di Attico nello smercio dell'orazione pro Ligario, gli scrive in data 23 giugno 45: Posthac quicquid scripsero, tibi praeconium deferam (Ad Att., XIII, 12, 2). Da un altro luogo dell'epistolario risulta che, quando le edizioni erano di lusso in carta di grande formato (macrocollum), Attico chiamava in parte delle spese gli autori (XIII, 25, 3).
Bibl.: Le fonti principali della biografia di Attico sono l'epistolario di Cicerone, da veder oggi soprattutto nella stampa del Purser (Oxford), e la vita che ne scrisse Cornelio Nepote, giunta a noi in una seconda edizione, come risulta dal principio del cap. XIX. Una biografia moderna attraente è tracciata dal Boissier nel bel libro Cicéron et ses amis, 11ª ed., Parigi 1899, pp. 129-166. Per la sua attività di editore e di libraio v. Th. Birt, Kritik und Hermeneutik nebst Abriss des antiken Buchwesens, Monaco 1913, pp. 103, 307, 310, 320. V. anche Drumann, Geschichte Roms, 2ª ed., a cura di P. Gröbe, V, Lipsia 1912, pp. 9-91, e il libro di E. E. Schmidt, Der Briefwechsel des M. Tullius Cicero von seinem Prokonsulat in Cilicien bis zu Caesars Ermordung nebst einem Neudrucke des XII u. XIII Buches der Briefe an Atticus, Lipsia 1893; A. H. Byrne, Titus Pomponius Atticus, Bryn Mawr Pa. 1920. I frammenti storici di Attico in Peter, Hist. Rom. Rell., II, 6. Per il Liber annalis v. soprattutto Münzer, in Hermes, XL (1905), p. 50 segg.